Il consigliere federale Schneider-Ammann prende le redini del dossier sull'accordo quadro fra la Svizzera e l'Unione europea
BERNA - Johann Schneider-Ammann prende le redini del dossier sull'accordo quadro fra la Svizzera e l'Unione europea. Il ministro promette di operare per conservare il livello di protezione dei salari e afferma che «la regola degli otto giorni non è importante».
La norma, che regola il lasso di tempo in cui le aziende europee devono annunciarsi alle autorità svizzere prima di svolgere attività nella Confederazione, «risponde a una logica precisa dell'epoca in cui è stata adottata: ogni giorno corrisponde a una tappa del processo», ha affermato il consigliere federale sulle pagine di "Le Temps".
Oggi è invece tutto più digitalizzato e la durata non ha quindi importanza. Piuttosto, è fondamentale «mantenere il livello di protezione utilizzando le possibilità fornite dal digitale», ha aggiunto.
Le misure d'accompagnamento alla libera circolazione delle persone sono il principale punto dei negoziati. Gli europei insorgono in particolare proprio contro la regola degli otto giorni.
«Mi sono messo a disposizione per tentare di trovare una soluzione, poiché ho una lunga esperienza di partenariato sociale. Non sarà una soluzione solo svizzera, ma europea», ha detto ancora il ministro. «Non so se si arriverà a una conclusione entro fine agosto come previsto».