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SVIZZERA / CANADATratta di esseri umani: «Fenomeno spesso ignorato»

10.07.18 - 19:57
La presentazione di un rapporto del consigliere nazionale Mathias Reynard ha anticipato oggi il voto di una risoluzione sul tema durante l'Assemblea parlamentare della Francofonia
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Tratta di esseri umani: «Fenomeno spesso ignorato»
La presentazione di un rapporto del consigliere nazionale Mathias Reynard ha anticipato oggi il voto di una risoluzione sul tema durante l'Assemblea parlamentare della Francofonia

QUÉBEC - L'Assemblea parlamentare della Francofonia ha adottato questa sera a Québec in Canada una risoluzione che condanna la tratta di esseri umani. Il voto è avvenuto dopo la presentazione di un rapporto del consigliere nazionale Mathias Reynard (PS/VS) a nome della sezione svizzera.

La risoluzione invita i membri dell'Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) a fare pressioni sulle loro autorità per combattere la tratta di esseri umani. Inoltre chiede agli stati membri di ratificare strumenti internazionali e regionali di lotta contro questo fenomeno.

L'OIF è tenuta anche a iscrivere la lotta contro «questa forma moderna di schiavitù» al centro della sua azione politica. Prima del voto, l'Assemblea ha preso conoscenza del rapporto intermedio di Reynard. «L'obiettivo è di valutare l'ampiezza di questo fenomeno spesso ignorato e fare un inventario delle legislazioni dei paesi francofoni per lottare contro la tratta di esseri umani», ha indicato il consigliere nazionale vallesano, secondo cui «la Svizzera ha indiscutibilmente margini di miglioramento in questo ambito».

Mancanza di cifre in Svizzera - La tratta di esseri umani è un'attività molto lucrativa e il suo volume finanziario a livello mondiale ammonta a decine di miliardi di dollari. Secondo alcune ricerche, una vittima su cinque è un bambino e due terzi sono donne.

Nel 2013 è stato condotto uno studio in Svizzera su mandato del Servizio di coordinazione contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti (SCOTT) dell'Ufficio federale di polizia (fedpol). La conclusione della ricerca ha rilevato che su scala nazionale è impossibile stimare in modo affidabile le cifre che si nascondono dietro questo fenomeno.

Le statistiche federali non sono sufficienti, ritengono gli autori dello studio, precisando che è dunque opportuno procurarsi le informazioni complementari presso altre fonti non statali, i cui dati e documentazioni sono parziali e a volte non consultabili.

Svizzera, paese di transito e di destinazione - Il rapporto presentato in Canada si basa sulle informazioni fornite dalle sezioni dell'OIF di Svizzera, Andorra, Belgio, Burkina Faso, Canada, Grecia, Mali, Romania e Senegal. Anche il canton Vaud e la provincia canadese del Québec hanno fornito alcune risposte.

La Svizzera, a differenza dei paesi vicini, è maggiormente un paese di transito e di destinazione per le vittime di tratte di esseri umani. Il fenomeno della tratta interna è minimo.

Le vittime provengono principalmente da paesi dell'Europa dell'Est (Bulgaria, Romania, Ungheria), Africa occidentale (Nigeria) e sud-est asiatico (Thailandia). Uno dei settori predominanti in questo ambito è lo sfruttamento sessuale.

I contrabbandieri di esseri umani sono in buona parte di sesso femminile (da 25 a 33% a seconda dell'anno) e la proporzione è maggiore rispetto ai paesi vicini.

Carenze in Svizzera - Il rapporto segnala anche alcune carenze nella legislazione svizzera. La procedura Dublino dell'Unione europea che prevede il rinvio anche delle vittime di tratta di esseri umani nel primo paese d'accoglienza ha ancora la precedenza sull'inchiesta penale. Questo ordine nuoce «in maniera importante» al lavoro delle strutture di accompagnamento delle vittime.

Inoltre, la sezione svizzera ritiene che vi siano lacune anche in materia di lotta contro la tratta a fini di sfruttamento professionale.

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