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SVIZZERAUn maggior contributo per proteggere lo spazio Schengen

21.09.17 - 10:22
Ne è convinto il Consiglio nazionale, secondo cui la Svizzera deve partecipare alla sicurezza delle frontiere esterne di Schengen
Keystone
Un maggior contributo per proteggere lo spazio Schengen
Ne è convinto il Consiglio nazionale, secondo cui la Svizzera deve partecipare alla sicurezza delle frontiere esterne di Schengen

 

BERNA -  La Svizzera deve contribuire a una maggiore protezione delle frontiere esterne dello spazio Schengen. Ne è convinto il Consiglio nazionale che, con 102 voti contro 75 e 10 astenuti, ha approvato la nuova direttiva UE in materia, che costituisce uno sviluppo dell'acquis di Schengen.

Questo progetto - che istituisce la nuova guardia di frontiera e costiera europea - è un passo «necessario per migliorare la situazione attuale alle frontiere esterne di Schengen», ha spiegato Priska Seiler Graf (PS/ZH) a nome della commissione.

Scegliendo di aderire allo spazio Schengen, decisione tra l'altro approvata dal popolo in votazione, la Confederazione si è anche impegnata a riprendere gli sviluppi legislativi, ha ricordato Carlo Sommaruga (PS/GE). «Bisogna riconoscere che anche la Svizzera trae benefici da Frontex», ha aggiunto il consigliere federale Ueli Maurer.

Secondo la minoranza, invece, il progetto «non migliora né la situazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo né il rispetto dei diritti umani». «Non è blindando le frontiere esterne dell'Ue che si risolvono i problemi dei migranti», ha sostenuto Balthasar Glättli (Verdi/ZH).

La proposta di non entrata nel merito - bocciata con 102 voti contro 75 e 5 astenuti - era sostenuta anche dall'UDC che contestava il funzionamento democratico del sistema Schengen: la Svizzera deve riprenderne i regolamenti senza poter partecipare alle decisioni, ha ricordato Roger Golay (MCG/GE).

In Nazionale ha in seguito pure respinto, con 125 voti contro 61, una proposta di rinvio, in cui il Consiglio federale sarebbe stato incaricato di «stabilire chiaramente nel messaggio l'obiettivo principale di impedire i passaggi illegali già alle frontiere esterne di Schengen». Per la maggioranza della commissione questo obiettivo è «palese». Per la minoranza «non è invece chiaro che cosa si voglia concretamente ottenere con il progetto».

Con 91 voti contro 85 e 4 astensioni, la Camera del popolo ha poi voluto precisare nel decreto federale che la partecipazione finanziaria della Svizzera non potrà superare 12 milioni di franchi. Una minoranza avrebbe voluto stralciare questa clausola: «è inutile vista la sovranità del Parlamento in materia di preventivo», ha sostenuto, invano, Carlo Sommaruga.

Con 129 voti contro 50 e 8 astensioni, il Nazionale ha anche voluto iscrivere nel decreto federale che l'impegno previsto dal Corpo delle guardie di confine (Cgcf) a favore dell'Agenzia dell'UE «non deve comportare un peggioramento del controllo delle frontiere svizzere».

Il regolamento UE mira a rispondere alla pressione migratoria. Stando alle stime, 1,5 milioni di persone hanno superato illegalmente le frontiere esterne dell'UE tra il mese di gennaio e quello di novembre del 2015. La protezione rafforzata dovrà essere garantita dalla nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, la cui abbreviazione "Frontex" sarà mantenuta, e dalle autorità nazionali.

La Svizzera non sarà direttamente interessata da un'azione urgente in caso di crisi. Non possiede infatti alcuna frontiera esterna (terrestre o marittima) e dispone di una buona sorveglianza negli aeroporti internazionali. La Confederazione sarà tuttavia tenuta a partecipare ad operazioni sul territorio di un altro Stato Schengen.

Il progetto però avrà implicazioni nell'ambito dei rinvii forzati. La nuova Frontex assumerà una maggiore responsabilità nel rimpatrio di migranti nei loro Paesi d'origine. L'agenzia sosterrà per esempio gli Stati Schengen, finanziando i voli congiunti oppure organizzando proprie operazioni.

Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.

 

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