Fino a quella data si privilegerà una soluzione nazionale, giudicata dal Governo soddisfacente. Scatta immediatamente una petizione
BERNA - In Svizzera si tornerà a parlare di adesione al programma europeo di promozione della mobilità internazionale in ambito formativo Erasmus+ solo dal 2021: fino ad allora è da privilegiare una soluzione nazionale. È questo il succo del messaggio trasmesso dal Governo al Parlamento, nel quale si propone di stanziare complessivamente 114,5 milioni di franchi per il triennio 2018-2020.
Dalla sospensione dei negoziati per l'associazione della Svizzera a Erasmus+ nel febbraio del 2014, la mobilità internazionale degli studenti svizzeri in tutti gli ambiti formativi è assicurata fino alla fine di quest'anno da una soluzione transitoria nazionale, precisa il Consiglio federale.
Malgrado la ratifica, nel dicembre 2016, dell'estensione alla Croazia dell'accordo sulla libera circolazione della persone (ALC), Svizzera e Commissione Europea hanno deciso di comune accordo di non riprendere per ora i negoziati riguardanti Erasmus+, sottolinea il governo, precisando che al momento un ritorno in seno al programma europeo non è più realistico.
Dal 2014 infatti i mezzi inizialmente previsti per Erasmus+ sono stati utilizzati per finanziare attività unicamente elvetiche parallele al programma. Il Consiglio federale rileva con soddisfazione che da allora l'obiettivo di promuovere la mobilità internazionale in ambito formativo è stato raggiunto e che il livello di partecipazione a questo tipo di programma è addirittura aumentato.
«Il margine d'azione più ampio offerto dalla soluzione svizzera autonoma deve servire a ottimizzare in maniera mirata le modalità di promozione, di concerto con gli attori nazionali», precisa il governo. L'attuazione delle misure di promozione e il supporto allo sviluppo strategico saranno principalmente compito dell'agenzia nazionale Movetia, sostenuta da Confederazione e Cantoni.
Parte la petizione - La decisione del Consiglio federale di prolungare la soluzione transitoria per la mobilità degli studenti non piace alle organizzazioni giovanili, che hanno lanciato oggi una petizione per rivendicare la piena partecipazione a Erasmus+.
Il Consiglio federale e il Parlamento devono riprendere immediatamente i negoziati, afferma la Federazione svizzera delle associazioni giovanili (FSAG): «Non siamo d'accordo con la proposta insufficiente del Consiglio federale».
La Svizzera è esclusa da diversi ambiti a causa della soluzione transitoria, sottolineano i promotori della petizione, fra cui i giovani PPD e Verdi liberali.
I segnali da Bruxelles sono positivi, ma il Consiglio federale non osa puntare su questa soluzione, secondo Luzian Franzini, copresidente dei giovani Verdi. Per il PS la scelta del governo a lungo termine non funziona. «Non abbiamo il diritto di rovinare il futuro della gioventù con la scusa di basse considerazioni finanziarie», ha dichiarato il consigliere nazionale vallesano Mathias Reynard.
La petizione può essere firmata fino al 26 maggio e sarà trasmessa al Parlamento durante la sessione estiva.