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BERNAPrevidenza 2020, approvata l'entrata in materia

26.09.16 - 18:38
Bocciata la proposta UDC di scindere in tre la riforma e rinviare parte del dossier al Consiglio federale
Previdenza 2020, approvata l'entrata in materia
Bocciata la proposta UDC di scindere in tre la riforma e rinviare parte del dossier al Consiglio federale

BERNA - Il progetto Previdenza per la vecchiaia 2020 è necessario e va trattato in un unico "pacchetto". Lo ha deciso il Consiglio nazionale approvandone - tacitamente - l'entrata in materia e bocciando - con 129 voti contro 54 e 10 astenuti - una proposta dell'UDC di scindere in tre la riforma e rinviare parte del dossier alla commissione preparatoria.

Secondo Thomas Aeschi (UDC/ZG) bisognerebbe prima trattare l'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne e l'aumento dell'IVA di 0,3 punti. Gli altri aspetti - riduzione del tasso di conversione e innalzamento della pensione a 67 anni - andrebbero rinviati a più tardi.

"Per l'UDC il progetto nel suo insieme non è ancora maturo. La migliore soluzione sarebbe quindi di separarlo e trattare prima i punti meno contestati", ha spiegato Sebastian Frehner (UDC/BS). Non vogliamo affossarlo ma crediamo che un progetto sovradimensionato sarà difficilmente accettabile per la popolazione, ha aggiunto.

Secondo Christine Häsler (Verdi/BE) è invece vero il contrario: "separando il progetto in più parti si mette in pericolo la stabilità dell'intero edificio". Anche per Thomas Weibel (PVL/ZH), che si è espresso a nome della commissione, la proposta di dividere il progetto e di rinviare le discussioni non è opportuna.

A fine 2017, ha spiegato Weibel, scadrà infatti il temporaneo aumento - in vigore del 2011 - delle aliquote dell'IVA destinate al risanamento dell'assicurazione invalidità (AI). Il progetto Previdenza 2020 prevede di rendere definitivo questo aumento delle aliquote e di destinarne il provento all'AVS.

Orbene, per evitare che l'IVA venga ridotta nel 2018 per poi essere nuovamente aumentata successivamente, occorre procedere speditamente e terminare i lavori parlamentari entro la prossima estate in modo che il popolo possa esprimersi il 24 settembre 2017, ha sostenuto Weibel.

Respinta la proposta di Aeschi, il Nazionale ha, come detto, approvato tacitamente l'entrata in materia sul corposo progetto Previdenza 2020. Nessuno ha infatti contestato la necessità di agire.

L'allungamento della speranza di vita, l'arrivo all'età di pensionamento della generazione del baby boom e la debolezza dei mercati finanziari rende ineludibile correre ai ripari per evitare i tanto temuti ammanchi che potrebbero verificarsi nel prossimo decennio, ha ad esempio sottolineato il capo del gruppo parlamentare PLR Ignazio Cassis (TI). "La riforma delle pensioni è indispensabile ed urgente per la coesione nazionale e per la stabilità della Svizzera", ha aggiunto il ticinese.

Il consigliere federale Alain Berset ha da parte sua sottolineato l'importanza della riforma da lui proposta. "È un dibattito essenziale per il futuro della nostra sicurezza sociale e della nostra previdenza per la vecchiaia che non ha più subito modifiche da 20 anni a questa parte", ha aggiunto il ministro dell'interno.

Il Consiglio nazionale ha poi iniziato le discussioni di dettaglio. Il dibattito è stato diviso in sette blocchi. La camera ha iniziato a discutere il primo, che prevede in particolare l'innalzamento a 65 anni dell'età di pensionamento delle donne. La votazione su questo punto, che pare già acquisito, avrà luogo mercoledì mattina.

Gli altri blocchi saranno discussi in seguito. Questi prevedono in particolare la riduzione dal 6,8% al 6% del tasso di conversione applicato agli averi del Secondo pilastro. Per compensare la diminuzione delle rendite che tale abbassamento comporterebbe sono previste tutta una serie di misure.

Per mantenere la rendita su livelli comparabili, la maggioranza della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N) propone così che chi, all'entrata in vigore della riforma nel 2018, avrà compiuto 50 anni riceva le medesime prestazioni previste dal diritto vigente.

Per tutti gli altri sono previsti provvedimenti per aumentare il capitale LPP accumulato. Le aliquote per gli accrediti di vecchiaia andrebbero così aumentate fra i 25 e i 44 anni. Queste non dovrebbero invece più crescere dopo i 45 anni così da rendere più attrattivi i lavoratori "anziani" sul mercato del lavoro.

Pure prevista una riduzione della deduzione di coordinamento e la sua modulazione in base al grado di occupazione. Chi lavora a tempo parziale dovrebbe così ricevere una rendita più alta. Tali misure dovrebbero avvantaggiare soprattutto le donne.

Queste misure non saranno però sufficienti per controbilanciare l'abbassamento delle rendite causato dalla riduzione del tasso di conversione, ha ammesso la relatrice commissionale Isabelle Moret (PLR/VD). "Il problema - ha spiegato - è che né la proposta di compensazione tramite un aumento delle rendite AVS di 70 franchi, come avanzato dal Consiglio degli Stati, né quella che auspicava di agire nel secondo pilastro sono riuscite a trovare una maggioranza in seno alla commissione".

La vodese ha quindi invitato i colleghi "a schierarsi e a prevedere una compensazione nel progetto". Diversi oratori - Berset compreso - hanno a tal proposito sottolineato che senza una adeguata compensazione il progetto non avrà alcuna chance in votazione popolare.

E a tal proposito, uno degli argomenti che faranno molto discutere è la proposta della CSSS-N di aumentare a 67 anni l'età di pensionamento dopo il 2030 qualora la copertura del Fondo AVS dovesse scendere sotto l'80%. L'esito di questo emendamento è più che mai incerto: a favore dovrebbero votare l'UDC e il PLR, contrari PPD, schieramento rosso-verde e PBD. Quest'ultimo, per bocca di Lorenz Hess (BE), ha però sostenuto che la questione andrà presto o tardi discussa.

La camera dovrà poi esprimersi anche sull'aumento dell'IVA che la commissione vorrebbe limitare a 0,6 punti percentuali. Gli Stati vorrebbero un incremento più importante, ma in ogni caso inferiore all'1,5% chiesto nel progetto del Consiglio federale.

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