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BERNA«Si» alle deduzioni fiscali per il risanamento degli edifici

31.05.16 - 10:50
Il Consiglio di Stato ne ha approvato oggi l'introduzione con per 26 voti a 14
archivio TiPress
«Si» alle deduzioni fiscali per il risanamento degli edifici
Il Consiglio di Stato ne ha approvato oggi l'introduzione con per 26 voti a 14

BERNA - Contrariamente al parere della sua commissione, il Consiglio degli Stati ha approvato oggi - 26 voti a 14 - l'introduzione di nuove deduzioni fiscali per il risanamento degli edifici nell'ambito del dibattito, a livello di divergenze, sulla Strategia energetica 2050 volta a promuovere le energie pulite a scapito di quelle fossili.

Le deduzioni, difese da un gruppo eterogeneo di "senatori" e "senatrici", riguarderebbero i costi di demolizione per gli immobili facenti parte della sostanza privata. L'obiettivo? Migliorare l'efficienza energetica nel settore delle vecchie costruzioni, in cui vi è un notevole potenziale di miglioramento.

Anche la ministra dell'energia Doris Leuthard si è detta d'accordo, benché questa possibilità non fosse presente nel progetto originario del Consiglio federale, tanto più che i mancati introiti per l'erario - poco più di una trentina di milioni - sono sostenibili.

Nel corso delle discussioni, la Camera dei cantoni ha eliminato altre differenze maggiori allo scopo di far entrare in vigore al più presto un ampio progetto mediante il quale il Consiglio federale mira anche a sostituire l'energia prodotta dalle centrali nucleari con fonti alternative.

Costruzioni in zone protette - Il Consiglio degli Stati ha anche fatto un passo - 31 voti a 12 - nei confronti del Nazionale per quanto attiene alla realizzazione di impianti idroelettrici o eolici in zone protette per il loro valore naturale o paesaggistico.

In un primo momento, per timore delle reazioni delle associazioni ambientaliste, aveva introdotto diverse restrizioni supplementari alla versione del Consiglio federale. Quest'ultima prevede che, in linea di principio, l'interesse nazionale per simili costruzioni debba essere considerato come equivalente agli interessi in gioco (come la protezione della natura, per esempio).

Maggiore sostegno alle grandi centrali idroelettriche - La Camera dei cantoni ha anche deciso, in linea col Nazionale, di sostenere le grandi centrali idroelettriche (oltre 10 MWh) ora in difficoltà a causa della flessione pronunciata del prezzo della corrente

Quegli impianti costretti a vendere energia sotto il prezzo di costo dovrebbero poter beneficiare di un premio di al massimo 1 cts per kWh. Simili aiuti sarebbero assicurati per cinque anni al massimo. I

Il progetto degli Stati si discosta in alcuni punti da quello del Nazionale. Quest'ultimo dovrebbe tuttavia allinearsi visto che gli Stati, diversamente dalle sedute precedenti, hanno oramai fatto propria l'idea di un aiuto ai grandi impianti.

Sostegno anche ai piccoli impianti - Il plenum ha deciso anche di sostenere - includendole nel sistema di rimunerazione per l'immissione di elettricità (RIC) - le centrali idroelettriche con una potenza compresa tra 1 MW e 10 MW (10'000 kW). Attualmente non esiste alcun limite minimo.

In una prima versione, gli Stati avevano abbassato il limite minimo a 300 kW, includendo insomma anche i piccoli impianti, ossia il 2% del totale. Per la maggioranza non vale la pena sostenere le microcentrali, tenuto conto dei gravi danni che possono arrecare alla natura e, in particolare, alla fauna ittica. Il santo non vale la candela.

Nessun collegamento con iniziativa antinucleare - Per 25 voti a 17, i "senatori" hanno fatto un'ulteriore concessione al Nazionale, scindendo il progetto all'esame del parlamento dall'iniziativa dei Verdi - già bocciata dalle Camere federali - "Per un abbandono pianificato dell'energia nucleare".

In un primo momento, il progetto Strategia energetica 2050 era stato concepito quale controprogetto indiretto a questa proposta di modifica costituzionale, e così l'aveva inteso anche la Camera dei cantoni.

Seguendo il parere del Nazionale, gli Stati hanno stabilito ora di scindere i due oggetti, per fare in modo che la Strategia energetica possa entrare in vigore al più presto. In caso di referendum, il progetto potrebbe essere sottoposto a votazione già nel maggio 2017, ossia sei mesi prima che se collegato all'iniziativa ecologista.

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