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SVIZZERA"Speciali servizi offshore": le banche corteggiano gli Usa

19.10.18 - 14:50
I ricchi e super-ricchi degli Stati Uniti hanno accumulato tanto denaro come in nessun altro posto al mondo
Keystone
"Speciali servizi offshore": le banche corteggiano gli Usa
I ricchi e super-ricchi degli Stati Uniti hanno accumulato tanto denaro come in nessun altro posto al mondo

ZURIGO - Le banche svizzere tornano a corteggiare facoltosi clienti americani, ma ora è tutto regolare: a dieci anni dalla vertenza fiscale, costata miliardi di dollari in multe e terminata indirettamente con la morte del segreto bancario, diversi istituti tornano a vedere opportunità di crescita negli Usa e offrono speciali servizi offshore. Creare un'attività del genere è però oneroso e non è adatto a tutti.

A seconda della strategia della singola banca, il gruppo preso di mira è quello dei ricchi americani residenti nel loro paese oppure degli emigrati. UBS rappresenta un caso particolare: non solo offre agli americani la possibilità di gestire i loro fondi all'estero (offshore), ma ha anche una grande attività di gestione patrimoniale in Nord America: i clienti depositano il loro denaro localmente negli Stati Uniti. Questa unità rappresenta circa la metà del totale delle attività di gestione patrimoniale di UBS.

Il motivo per cui il mercato è così attraente è presto detto: secondo vari studi, i ricchi e super-ricchi degli Stati Uniti hanno accumulato tanto denaro come in nessun altro posto al mondo. «Il Nord America è uno dei mercati più grandi, con un'altissima percentuale di persone facoltose e ultrabenestanti», spiega alla Reuters Ralph Kreis, direttore della società di consulenza AlixPartners. E il suo collega Martin Büchel aggiunge: «Questo è particolarmente interessante per le banche elvetiche, alcune delle quali hanno scarse opportunità di crescita nel loro mercato domestico e trovano in Europa un mercato già maturo, che non progredisce agli stessi ritmi».

L'attività negli Stati Uniti è in gran parte dominata da banche nazionali. Ma sopra un certo livello di ricchezza le persone amano distribuire il loro denaro tra diversi istituti e varie regioni. Ed è qui che le banche con sede nella Confederazione colgono la loro opportunità: si presentano con proposte di investimenti internazionali conformi alle norme fiscali, partendo da un paese stabile e con una valuta a prova di crisi come il franco svizzero.

«Offriamo un porto sicuro», spiega Patrice Humbel, responsabile per il mercato statunitense della banca zurighese Vontobel. Vengono proposti mandati di gestione patrimoniale con investimenti in azioni e obbligazioni in euro, dollari e franchi. Particolarmente richiesti sono anche i metalli preziosi come l'oro, che i clienti detengono fisicamente in Svizzera.

«Due terzi dei nostri clienti hanno un DNA europeo: sono cioè tedeschi, italiani, francesi o svizzeri che sono nella loro prima, seconda o terza generazione negli Stati Uniti», sottolinea Humbel. Vontobel vuole espandere ulteriormente la sua presenza sul posto: proprio oggi ha annunciato di aver rilevato la clientela americana dalla ginevrina Lombard Odier.

Per offrire ai cittadini statunitensi questi prodotti d'investimento, gli istituti con più di 15 clienti americani o che hanno patrimoni in gestione superiori ai 25 milioni di dollari necessitano di una licenza della Securities and Exchange Commission (SEC). Ovvero l'ente federale Usa preposto alla vigilanza della Borsa.

La licenza permette di conoscere i libri contabili delle banche, poiché in questo settore non è più possibile mantenere la segretezza come avveniva in passato. «Ci sono circa 40-50 istituti in Svizzera che la possiedono», indica Büchel, direttore di AlixPartners. Il loro numero è raddoppiato negli ultimi 5-6 anni, precisa un altro esperto. Per ragioni pratiche e normative, molti istituti raggruppano le unità negli Usa in unità separate, che operano in modo indipendente rispetto al resto della banca.

Ad esempio Picret, una banca privata con sede a Ginevra, gestisce un patrimonio di 6,2 miliardi di dollari tramite la divisione "Pictet North America Advisors", gestita separatamente. L'attività di Swiss Financial Advisors di UBS ha invece recentemente raggiunto i 5 miliardi di franchi, mentre l'unità di Vontobel - Swiss Wealth Advisors - gestisce 2,4 miliardi di franchi. A lungo termine punta però a toccare i 5 miliardi di franchi.

Oltre a un'offerta speciale di prodotti per i clienti statunitensi, vi sono anche molte norme delle autorità fiscali Usa (FATCA) da rispettare. Spesso le banche forniscono direttamente ai clienti le complesse dichiarazioni dei redditi, che devono poi essere solamente trasmesse alle autorità competenti. Per questo motivo, secondo gli esperti del settore, le attività "offshore" sono valide unicamente per patrimoni in gestione superiori a due milioni di dollari. Ciò a meno che non ci si concentri su un segmento speciale, ad esempio i clienti particolarmente facoltosi.

Alcuni istituti bancari, tra cui Credit Suisse e Julius Bär, hanno preso la decisione di non offrire più attività di private banking negli Usa. Ma i cittadini statunitensi emigrati, che attualmente vivono in Europa o in Asia, sono ben accolti nelle banche elvetiche se presentano un patrimonio importante. Lo stesso vale per UBS, che oltre alla gestione patrimoniale oltreoceano desidera ora aumentare la sua attività con gli statunitensi all'estero. I dettagli della strategia del numero uno bancario elvetico saranno presentati in occasione della giornata degli investitori di giovedì prossimo.

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