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NEUCHÂTELBene la viticoltura, male le grandi colture

02.10.18 - 10:29
L'agricoltura svizzera dovrebbe produrre nel 2018 un valore aggiunto lordo di 4,1 miliardi di franchi
Keystone
Bene la viticoltura, male le grandi colture
L'agricoltura svizzera dovrebbe produrre nel 2018 un valore aggiunto lordo di 4,1 miliardi di franchi

NEUCHÂTEL - Bene la viticoltura, i raccolti di frutta e la produzione animale, male grandi colture e foraggio. Questo in sintesi il bilancio del 2018 dell'agricoltura elvetica, secondo le prime stime pubblicate oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Nell'anno in corso - si legge in un comunicato - l'agricoltura svizzera dovrebbe produrre un valore aggiunto lordo di 4,1 miliardi di franchi, in aumento del 2,1% rispetto al 2017. Non tenendo conto del rincaro, la progressione è del 5,1%.

La produzione totale, stando ai calcoli dell'UST, sarà di 10,6 miliardi di franchi, pari a una crescita del 2,7%. Registrano un incremento, del 3,1%, anche le spese di consumo intermedio (foraggio, energia, concimi, manutenzione e riparazioni), che ammonteranno a 6,5 miliardi.

Continua invece a diminuire il volume di lavoro, con un calo ipotizzato dello 0,9% su base annua. La produttività è salita del 5,9% (+27% circa dal 2000).

Il valore della produzione vegetale è aumentato del 4,4%, raggiungendo i 4,3 miliardi nonostante la siccità. All'interno di questa categoria, l'andamento è stato però contrastato. Sul lungo termine infatti, le colture speciali (ortaggi, frutta, uva e vini, fiori, piante aromatiche, tabacco) hanno acquisito importanza a scapito di quelle grandi (cereali, patate, oleaginosi, barbabietole da zucchero) e di quelle foraggere.

Attualmente, le colture speciali rappresentano il 61% del valore della produzione vegetale, undici punti percentuali in più in confronto a 18 anni fa. Ciò si spiega anche col fatto che esse possono essere irrigate e offrono una migliore resistenza alla siccità. La crescita è stata dell'8,6% (a 2,6 miliardi) nel solo 2018, che ha fatto seguito a un 2017 segnato dal gelo.

L'abbondanza di frutta e uva, indica l'UST, ha ampiamente compensato l'orticoltura, penalizzata da un inverno relativamente lungo. I raccolti di cereali sono stimati a 815'000 tonnellate (-14% su base annua).

Dal canto suo, la produzione animale ha messo a segno un incremento contenuto (+1,2%), per un importo di 5,1 miliardi di franchi. Il mercato lattiero è migliorato, seppur solo leggermente, sia per quanto riguarda il prezzo medio (+1,7%) sia per le quantità fornite (+0,6%). Gli esperti dell'ufficio federale suppongono che il valore di tale produzione si aggiri intorno ai 2,2 miliardi di franchi (+2,3%).

La domanda di bovini da macello continua a essere forte - produzione a 1,4 miliardi di franchi, +2,6% - mentre arranca il mercato dei suini (0,9 miliardi): il prezzo medio è sceso del 3,4%, il valore del 4,1%. Prosegue invece l'espansione dell'avicoltura (+3,7% a quasi 0,6 miliardi).

Passando ai contributi pubblici, si osserva una decurtazione. Stando alle stime basate sul bilancio della Confederazione, i pagamenti diretti alle aziende agricole per retribuire le prestazioni d'interesse generale sono calati del 2,6% se paragonati a dodici mesi fa. Con quasi 2,9 miliardi di franchi, nel 2018 queste partecipazioni rappresentano oltre il 21% delle risorse totali del settore agricolo svizzero, viene precisato nel comunicato.

In progressione del 2,8% per contro i costi di produzione (consumo intermedio, ammortamenti, salari, fitti, interessi da pagare e imposte sulla produzione). Entrando nel dettaglio, gli ammortamenti (2,0 miliardi, +3,6%) hanno risentito del rincaro degli investimenti in beni immobili e d'equipaggiamento, mentre il consumo intermedio (6,5 miliardi, +3,1%) è stato colpito da vari fattori, tra cui la crescita dei prezzi del petrolio. La remunerazione dei salariati si è gonfiata dell'1,6% a 1,3 miliardi.

Riassumendo, le entrate (produzione, contributi pubblici e interessi da riscuotere) sono aumentate di quasi 200 milioni, mentre le spese di produzione lo hanno fatto di 290 milioni. Ne è conseguenza che per il saldo relativo al 2018, ovvero il reddito settoriale, è stimata una diminuzione di 90 milioni (-2,9%) a poco meno di 3,0 miliardi di franchi. Il dato rientra nella media dell'ultimo decennio.

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