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ZURIGOI cannoni svizzeri proteggono Kiev dai droni russi

07.05.23 - 17:57
Prodotti a Oerlikon e già in azione nella guerra in Ucraina. Come? Attraverso una scappatoia nella legge sul materiale bellico
Rheinmetall Air Defence
I cannoni svizzeri proteggono Kiev dai droni russi
Prodotti a Oerlikon e già in azione nella guerra in Ucraina. Come? Attraverso una scappatoia nella legge sul materiale bellico

ZURIGO - Sul lato della torretta verde oliva si nota chiaramente la scritta "Oerlikon". Montato sul pianale di trasporto di un camion, il cannone si trova in fondo alla valle della Sihl, nel Canton Svitto. Poi il filmato promozionale della Rheinmetall Air Defence mostra lo schermo dell'operatore e appaiono otto piccoli droni. In un lampo, il cannone punta e spara. Meno di due secondi dopo, i droni si schiantano al suolo.

Le riprese sono state effettuate presso il poligono di tiro di Ochsenboden, a Studen (SZ). Il video è destinato a promuovere il sistema Skynex. L'arma è tra le migliori al mondo per quanto riguarda l'abbattimento di oggetti volanti a breve distanza. Viene impiegata in luoghi dove i missili guidati non possono essere utilizzati, ad esempio in aree densamente popolate. Il segreto del suo successo sta nei proiettili, che si frantumano in migliaia di pezzi poco prima di raggiungere il bersaglio.

Questo sofisticato dispositivo bellico farebbe già parte dell'armamentario ucraino e protegge città come Kiev, Kherson e Zaporizhzhya.

Il Primo Ministro ucraino Denis Schmihal, ha di recente fatto visita ai capannoni della Rheinmetall vicino Roma. Su Telegram ha scritto: «Abbiamo bisogno di un'arma efficace per difenderci. Questo proteggerà decine di vite e infrastrutture». Quindi ha aggiunto: «Questi cannoni sono già in uso in Ucraina. Stiamo anche valutando la possibilità di una produzione congiunta di componenti per questi sistemi».

Il produttore di armi tedesco Rheinmetall ha rilevato la fabbrica di Oerlikon nel 1999 e tutt'ora la Rheinmetall Air Defence ha sede a Zurigo. Il 9 dicembre, la società ha rilasciato un comunicato stampa relativo alla consegna dei sistemi di difesa aerea Skynex «a un cliente internazionale». Un affare da 182 milioni di euro nel quale è stata anche firmata una lettera d'intenti per l'acquisto di camion per un valore di 12 milioni di euro. All'epoca l'azienda non aveva rivelato che l'acquirente fosse l'Ucraina.

Contattato dalla SonntagsZeitung, Oliver Hoffmann (portavoce di Rheinmetall) ha confermato la consegna in Ucraina di due sistemi Skynex entro la fine dell'anno. «I sistemi provengono dal sito di produzione in Italia e saranno consegnati da lì», ha sottolineato. Le notizie secondo cui i sistemi Skynex sarebbero già in Ucraina «non possono essere confermate», ha concluso.

Armi da difesa svizzere vengono quindi utilizzate nel conflitto con la Russia? Secondo la Segreteria di Stato dell'Economia (Seco), ciò è reso possibile dall'Ordinanza sul materiale bellico. L'articolo 7 regola il trasferimento di know-how sul materiale bellico dalla Svizzera ad altri Paesi. La maggior parte dei Paesi europei è presente nell'elenco, compresa l'Italia. «Il trasferimento di know-how dalla Svizzera all'Italia può quindi avvenire senza autorizzazione», afferma il portavoce della Seco Fabian Maienfisch.

Il sistema Skynex è stato più volte al centro delle cronache. Nel 2017, Rheinmetall Air Defence ha richiesto una licenza di esportazione per la Thailandia e nel 2018 per l'Egitto. In entrambi i casi, la richiesta è stata respinta come prescritto dalla legge sul materiale bellico. Nel 2021, l'azienda è stata criticata per aver fornito il sistema al Qatar, che l'ha voluto per proteggere gli stadi durante la Coppa del Mondo.

A quanto pare, l'azienda ha capito come aggirare il problema. E lo fa fatto tramite una comunicazione più attenta e soprattutto spostando parte della produzione in Italia.

Sia da destra, che da sinistra, la politica si è più volte detta critica circa la posizione della Svizzera sul commercio di armi. Secondo la consigliera nazionale socialista Priska Seiler Graf, «la legge sul materiale bellico deve essere riadattata». «Abbiamo bisogno di regole chiare che permettano la riesportazione verso Paesi come l'Ucraina, che sono stati attaccati ingiustamente», aggiunge.

In effetti, in parlamento sono pendenti diverse proposte per consentire la riesportazione di armi e munizioni in Ucraina. «Non abbiamo alcun interesse a far sì che l'Ucraina perda questa guerra» conclude Seiler Graf che ritiene legittimo il trasferimento di sistema di difesa aerea attraverso l'Italia.

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