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LUCERNAQuattro ore al giorno per andare al lavoro, ma il Cantone non la lascia trasferire

20.09.22 - 20:32
La storia di una giovane madre ucraina che passa le sue giornate in treno ma che per la burocrazia non può cambiare casa
20 Minuten
Quattro ore al giorno per andare al lavoro, ma il Cantone non la lascia trasferire
La storia di una giovane madre ucraina che passa le sue giornate in treno ma che per la burocrazia non può cambiare casa

LUCERNA - Due lauree, una in economia e una in psicologia, ottima conoscenza dell'inglese. Il suo è un profilo tanto buono che una delle note farmaceutiche di Basilea l'ha subito assunta e il periodo di prova è andato davvero bene. Così ecco arrivare la conferma del contratto e anche la volontà del datore di aiutarla a trovare un appartamento in città per lei e per i suoi figli. Peccato però che il Cantone di Basilea Città non ne voglia sapere.

Un brusco stop al suo - fino a quel momento esemplare - percorso d'integrazione per Marika*, giovane madre di Kiev scappata in Svizzera con i suoi due bimbi di 4 e 9 anni. Ad accoglierla, la cittadina di Oberkirch (LU) e la gentilezza di un privato cittadino, Elias Meier che ha raccontato la surreale storia prima su Twitter e poi alle pagine della LuzernerZeitung. «Per andare a lavorare si alza all'alba e torna tardissimo la sera», conferma. A separare il paesino da 4mila abitanti da Basilea, fra mezzi e treno, c'è un viaggio di un'ora e cinquanta minuti.

Il trasferimento fra cantoni è però fuori discussione per motivi burocratici: chi gode del permesso S non ha infatti la possibilità di scegliere liberamente il proprio cantone di domicilio. Questo per motivi di equa ripartizione dei rifugiati in tutta la Svizzera da parte della Segreteria di Stato della Migrazione (SEM). Ogni pratica di trasferimento viene valutata delle autorità e, solitamente, Basilea Città è pìù generoso di altri cantoni. «Ma perché? È una follia, da quando lavora lei ha anche rinunciato all'assegno di assistenza», continua Meier.

Interpellate, le autorità cantonali non hanno voluto commentare il caso specifico, ma - attraverso una portavoce - confermano come al momento Basilea Città abbia già accolto un numero «più elevato di persone con il permesso S rispetto alle quote stabilite».

Per ottenere un trasferimento straordinario, spiega il quotidiano, si può comunque fare domanda direttamente alla SEM. Fra le motivazioni accettate c'è il ricongiungimento famigliare ma anche la formazione e il lavoro per i quali - però - i cantoni hanno la piena discrezionalità.  A oggi la SEM è stata interpellata da 1'565 persone con permesso S, tre quarti delle domande (la maggior parte per motivazioni famigliari) sono state approvate.

Per quanto riguarda quelle lavorative fa generalmente testo la legge sulla disoccupazione per la quale «fino a due ore di pendolarismo per e da il posto di lavoro sono da considerarsi ragionevoli». Ma ogni caso viene valutato singolarmente.

Per Annika, il cui viaggio è di 10 minuti inferiore al tetto massimo, resta quindi la speranza in un preavviso positivo.

*nome noto alla redazione

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