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GINEVRALe maniere forti della polizia contro gli oppositori di Paul Biya

17.07.21 - 16:38
La manifestazione ha avuto luogo lo stesso, nonostante il divieto delle autorità ginevrine
keystone-sda.ch / STF (SALVATORE DI NOLFI)
Ha avuto luogo ugualmente, nonostante il divieto, la manifestazione degli oppositori del presidente del Camerun Paul Biya.
Ha avuto luogo ugualmente, nonostante il divieto, la manifestazione degli oppositori del presidente del Camerun Paul Biya.
Fonte Ats
Le maniere forti della polizia contro gli oppositori di Paul Biya
La manifestazione ha avuto luogo lo stesso, nonostante il divieto delle autorità ginevrine

GINEVRA - «Paul Biya assassino, Svizzera complice»: è lo slogan scandito da oltre un centinaio di oppositori del presidente del Camerun che - nonostante il divieto - sono scesi in piazza oggi a Ginevra per protestare contro la presenza dell'uomo politico nella città di Calvino.

Accusata di proteggere un «dittatore genocida», la Confederazione è stata invitata a non far entrare il presidente sul suo territorio. «Paul Biya uccide il suo stesso popolo e viene in Svizzera per essere curato: noi diciamo di no», ha gridato un dimostrante.

La polizia è presente in tenuta anti-sommossa. Le forze dell'ordine stanno anche presidiando la zona dell'Hotel Intercontinental, dove da domenica starebbe soggiornando l'88enne da decenni al potere nel suo paese.

Quattro ore dopo l'inizio della protesta, i manifestanti hanno cercato a più riprese di forzare il cordone di polizia presente davanti all'albergo. Attorno alle 17.30, le forze dell'ordine hanno risposto con l'utilizzo di cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, ha constatato un giornalista di Keystone-ATS sul posto.

La dimostrazione era stata in un primo tempo autorizzata, poi ieri è scattato il divieto per il pericolo di disordini. Era stata organizzata da una coalizione di varie organizzazioni dell'opposizione, chiamata "Diaspora della resistenza camerunese", che oltre a chiedere alla Svizzera di non permettere più le visite di Biya auspica un blocco dei beni del presidente. Il capo di stato (dal 1982) è accusato di aver truccato le elezioni, di appropriazione indebita su vasta scala e di violazioni dei diritti umani, in particolare contro la minoranza di lingua inglese.

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