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VALLESEValanga in Vallese, lo snowboarder si è autodenunciato

25.01.21 - 18:29
Grazie alla sua testimonianza è stato possibile escludere il ferimento di persone.
Keystone (archivio)
Fonte ats
Valanga in Vallese, lo snowboarder si è autodenunciato
Grazie alla sua testimonianza è stato possibile escludere il ferimento di persone.
No comment, per ora, sull'eventuale copertura delle spese legate all'intervento dei soccorritori.

SION - Lo snowboarder che ieri pomeriggio ha causato il distacco di una valanga a margine del comprensorio sciistico di St-Luc e Chandolin, nel Vallese centrale, e che era ricercato dai responsabili dei soccorsi e dalla polizia, si è annunciato. Le sue dichiarazioni hanno permesso definitivamente di escludere il ferimento di persone.

«Con questo annuncio, siamo stati in grado di assicurarci che nessun altro si trovava nella zona al momento della valanga. Il lavoro della polizia è finito"» ha indicato a Keystone-ATS un portavoce.

L'allarme per la valanga era stato lanciato da uno sciatore, aveva indicato oggi alla radio privata vallesana Rhône FM Armon Cantieni, direttore degli impianti di risalita delle località turistiche, e il dispiegamento dei soccorsi, anche con elicotteri, era stato considerevole.

Lo snowboarder era tra l'altro ricercato per fare chiarezza sulla dinamica dell'accaduto. Stando alla testimonianza di terzi, infatti, la colata di neve avrebbe investito uno snowboarder. Il testimone in questo caso non ne aveva parlato come responsabile della valanga, ma come potenziale vittima. Le autorità continuavano però a pensare che in realtà nella zona vi fosse un solo appassionato di snowboard, all'origine della colata di neve.

Ora, grazie alle indicazioni dello sportivo, qualsiasi dubbio sulla presenza di un ulteriore snowboarder può essere eliminato e vi è la certezza definitiva che non vi sono feriti, si legge sulla pagina Facebook del comprensorio sciistico.

Contattato a fine pomeriggio da Keystone-ATS, Cantieni indica di non voler fornire ulteriori informazioni sulla vicenda. Lo snowboarder era ricercato anche per coprire le spese d'intervento dei soccorritori. Su questo aspetto vige dunque un no comment.

Se lo sportivo avesse fornito informazioni sufficienti, «avremmo potuto potenzialmente annullare le operazioni di ricerca. Ci sarebbero stati dei costi per l'intervento, ma nettamente inferiori a quelli determinati da una ricerca capillare», aveva spiegato in giornata Briguet.

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