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VAUDil TF conferma le condanne nel caso Alkopharma

17.01.19 - 17:00
Respinto il ricorso di Swissmedic in cui si chiedeva che due dirigenti venissero condannati anche per esposizione a pericolo della vita o salute altrui
il TF conferma le condanne nel caso Alkopharma
Respinto il ricorso di Swissmedic in cui si chiedeva che due dirigenti venissero condannati anche per esposizione a pericolo della vita o salute altrui

LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) ha respinto il ricorso di Swissmedic in cui si chiedeva che due dirigenti di Alkopharma venissero condannati anche per esposizione a pericolo della vita o salute altrui e che venissero loro inflitti 18 mesi di detenzione con una condizionale di tre anni.

Nell'ottobre scorso il Tribunale cantonale vallesano aveva leggermente aggravato in appello la pena pecuniaria inflitta alla responsabile della catena logistica della società con sede a Martigny fallita nel 2013 che aveva smerciato medicinali anti-cancro scaduti, finiti anche in Ticino.

La francese di 51 anni era accusata di violazione della legge sugli agenti terapeutici ed era stata condannata a una pena pecuniaria di 120 aliquote giornaliere di 60 franchi con la condizionale per tre anni. In settembre, in primo grado, alla donna erano state inflitte 50 aliquote. Alla pena si aggiunge una multa di 6500 franchi.

In ottobre la corte aveva confermato il verdetto precedente anche per l'altro imputato, un francese di 65 anni un tempo direttore di Alkopharma. La pena di prima istanza, una multa di 5000 franchi, non era però stata modificata.

Tra il 2007 e il 2011 Alkopharma aveva venduto circa 100'000 flaconi scaduti del farmaco anti-cancro Thiotepa, per lo più in Francia, falsificando le indicazioni sulle etichette. Circa 2000 dosi non conformi erano state però smerciate anche in tutta la Svizzera (162 sarebbero arrivate anche all'ospedale di Bellinzona) e somministrate ad almeno 27 pazienti: 23 all'Inselspital di Berna, tre in Ticino e uno al Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) di Losanna.

In una sentenza pubblicata oggi il TF si allinea al parere dei giudici vallesani. Contrariamente all'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic, Mon Repos non crede che il Tribunale cantonale abbia agito in modo arbitrario ritenendo che la somministrazione del prodotto in questione non abbia messo in pericolo la salute o la vita dei pazienti.

L'istanza precedente si basava in particolare su una perizia francese, redatta da due professori per un caso parallelo giudicato a Parigi. A loro avviso, la somministrazione del farmaco in questione - avvenuta sempre in combinazione con altri preparati simili - oltre la sua data di scadenza non presentava un pericolo particolare e la minima perdita di efficacia del principio attivo non era tale da cambiare o ridurre in modo significativo l'efficacia terapeutica del medicinale.

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