L'ex tennista tedesco ha vinto la sua battaglia legale contro Hans-Dieter Cleven. Il suo ex socio d'affari ha deciso di mollare la presa, almeno in Svizzera
ZUGO - Boris Becker non sarà più perseguito in Svizzera per il rimborso di un prestito ricevuto dall'ex socio in affari Hans-Dieter Cleven. Dopo essere stato sconfessato in seconda istanza da un tribunale di Zugo, Cleven non intraprenderà altre azioni legali nella Confederazione.
Il difensore di Hans-Dieter Cleven ha fatto sapere oggi che il suo assistito rinuncia a nuove azioni legali in Svizzera. L'ex socio della leggenda tedesca del tennis intende tuttavia continuare a far valere i suoi diritti nell'ambito di una procedura per insolvenza aperta in Gran Bretagna.
Boris Becker, che oggi ha 51 anni, ha abitato a lungo a Zugo, ma da alcuni anni ha trasferito il domicilio a Wimbledon, dove lavora come commentatore tv per la Bbc. Da Londra è giunta nell'estate 2017 la notizia che un tribunale ha dichiarato Becker insolvente in una vertenza per il rimborso di sei milioni di euro ad alcuni banchieri privati londinesi.
In seguito a quella vertenza si è fatto vivo anche Hans-Dieter Cleven, un uomo d'affari di Zugo che nel 2004 aveva creato la fondazione Cleven-Becker. Nel 2015 Cleven avrebbe citato in giudizio l'ex tennista tedesco chiedendogli il rimborso di un prestito di dieci milioni di franchi.
Per i due tribunali che a Zugo si sono occupati della vicenda è indiscusso che Cleven abbia concesso all'ex campione diversi prestiti per una somma complessiva di 41,7 milioni di franchi.
Il problema - ha ribadito lo scorso mese di dicembre la Corte d'appello - è che Cleven non è stato in grado di provare l'avvenuta disdetta del prestito e nemmeno l'esistenza di una convenzione di scioglimento. Per questo motivo, il prestito non è esigibile e il ricorso «per il momento» è da respingere.