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ZURIGOFebbre dei conigli: casi raddoppiati in un anno

21.04.18 - 14:31
La zona più colpita? Quella di Zurigo
Febbre dei conigli: casi raddoppiati in un anno
La zona più colpita? Quella di Zurigo

ZURIGO - Il caso della 41enne argoviese in fin di vita per il graffio di una poiana ha suscitato scalpore. La donna, ricordiamo, era stata attaccata dal rapace mentre faceva jogging. Una ferita che sembrava da poco l'aveva portata a contrarre la tularemia, infezione batterica detta anche febbre dei conigli.

In realtà la trasmissione della malattia dagli uccelli, che può essere fatale negli esseri umani se non trattata, è rara. Molto più comune è la trasmissione tramite roditori o zecche.

Come riferisce il Tages-Anzeiger, il numero di casi in Svizzera è raddoppiato toccando i 130 nell'ultimo anno. Nel 2016, erano stati 56.

Zurigo la più colpita - Dalla mappa dei rischi fornita dal Centro di riferimento nazionale per la tularemia, la zona più a rischio è quella del canton Zurigo. Soprattutto nella parte orientale del cantone il rischio è circa il doppio di quello della media svizzera (1,6 casi per 100'000 abitanti). Rispetto ad altre malattie infettive il rischio di infezione, tuttavia, è ancora piuttosto basso.

Una spiegazione per questo aumento in quel di Zurigo può essere la maggior presenza di terreni umidi, che promuovono la diffusione delle zecche, rispetto ad altre regioni.

Le zecche sono la principale fonte di infezione - In caso di infezione, dopo alcuni giorni si verificano febbre, infiammazioni e gonfiore dei linfonodi. Con gli antibiotici, la malattia può essere trattata facilmente.

L'infezione può essere contratta da animali infetti. Secondo uno studio svizzero, le zecche sono la fonte più importante di infezione. Casi di contagio da persona a persona non sono noti.

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