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BERNAParmalat: condanna mite per un ex banchiere italiano

30.01.17 - 17:56
L'uomo è stato riconosciuto colpevole di istigazione a falsità in documenti
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Parmalat: condanna mite per un ex banchiere italiano
L'uomo è stato riconosciuto colpevole di istigazione a falsità in documenti

BELLINZONA/BERNA - Il Tribunale penale federale (TPF) ha sconfessato oggi su quasi tutta la linea il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) nel caso di un ex banchiere italiano accusato di essere coinvolto nel dissesto del gruppo agroalimentare Parmalat. L'uomo è stato condannato soltanto a una pena pecuniaria di 30 aliquote giornaliere da 90 franchi l'una, sospesa con la condizionale per un periodo di prova di due anni, per istigazione a falsità in documenti.

Lo scorso 5 dicembre, per l'ex quadro della succursale milanese di Bank of America ed ex consulente della Parmalat fallita nel 2003, la Procura federale aveva chiesto quattro anni di reclusione e una pena pecuniaria di 360 aliquote giornaliere da 127 franchi l'una, accusando il 53enne residente a Milano di riciclaggio di denaro aggravato, ripetuta istigazione alla falsità in documenti, ripetuta corruzione attiva e truffa.

Secondo l'MPC, tra il 2000 e il 2004 avrebbe riciclato, principalmente in Ticino, nei Grigioni e nel Liechtenstein, circa 52,5 milioni di franchi, frutto di appropriazioni indebite ai danni di Parmalat.

La difesa aveva chiesto invece il proscioglimento completo affermando tra l'altro che non vi può essere condanna per riciclaggio in Svizzera fintanto che in Italia non sia passata in giudicato una sentenza che certifichi la provenienza criminale del denaro e rilevando che per buona parte degli addebiti è ormai intervenuta la prescrizione.

La Corte penale del TPF l'ha seguita in buona parte e ha anche accolto le pretese dell'imputato limitatamente a 335'894 franchi a titolo di indennità per le spese giudiziarie sostenute e a 21'400 franchi più interessi quale riparazione del torto morale. Le richieste di indennizzo di Parmalat e Bank of America sono state respinte.

Il pubblico ministero ha dichiarato che valuterà le motivazioni scritte della sentenza prima di decidere su un eventuale ricorso.

Il crack del gruppo agroalimentare italiano aveva provocato un buco di circa 14 miliardi di euro anche a danno dei piccoli risparmiatori titolari di azioni. Nel corso delle sue indagini, l'MPC ha bloccato in Svizzera circa 10 milioni di franchi e nel Principato del Liechtenstein oltre 20 milioni.

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