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SVIZZERALockerbie, agente della polizia federale non andrà sotto inchiesta

18.11.14 - 09:48
Lockerbie, agente della polizia federale non andrà sotto inchiesta

BERNA - Il procuratore federale straordinario impegnato nel trattamento della denuncia sporta da un imprenditore svizzero ha deciso di non aprire un'inchiesta penale contro un ex agente della polizia federale.

La denuncia dell'imprenditore concerne un aspetto del processo tenutosi sull'attentato di Lockerbie, in seguito al quale nel 1988 morirono 270 persone. Secondo l'accusa principale, nel corso delle indagini la polizia federale si sarebbe procurata illegalmente in Svizzera, da un collaboratore della ditta in questione, il prototipo di un interruttore a tempo e la relativa documentazione di costruzione e avrebbe addotto questo materiale al processo del tribunale scozzese. Nel processo il prototipo sarebbe stato erroneamente descritto come parte integrante del meccanismo d'innesco utilizzato per l'atto terroristico, fatto che infine nel 2000 – in combinazione con la testimonianza del relativo funzionario della polizia federale – avrebbe condotto ad una sentenza sbagliata contro un collaboratore del servizio segreto libico.

Dopo accertamenti preliminari del Ministero pubblico della Confederazione, nel marzo 2014 il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha rilasciato l'autorizzazione a procedere contro un agente della polizia federale di allora, oggi impiegato presso il Servizio delle attività informative della Confederazione e indicato nominativamente nella denuncia. In merito a questa autorizzazione e su richiesta del Ministero pubblico della Confederazione, l'autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione ha nominato un procuratore pubblico straordinario. Questo è giunto alla conclusione che per tutti i presunti reati è chiaramente sopraggiunta la prescrizione dell'azione penale già prima del ricevimento della denuncia privata da parte del Ministero pubblico della Confederazione nell'anno 2011.

Fino alla revisione totale del diritto in materia di prescrizione del 1° ottobre 2002, il perseguimento della categoria più grave di reati (crimini) cadeva in prescrizione in linea di principio dopo diceci anni. Questo termine poteva essere prolungato a un massimo di quindici anni dall'autorità. L'ultimo di tutti gli atti penalmente rilevanti potrebbe essere stato compiuto nell'anno 2000 durante il processo presso la High Court scozzese. Pertanto, in base al diritto allora vigente, tutti i possibili contributi alla realizzazione di illeciti erano prescritti già nel 2010, poiché prima di prendere conoscenza della denuncia non si potevano intraprendere azioni volte ad interrompere e prorogare i termini di prescrizione. Dunque oggi sussiste un ostacolo procedurale, il quale proibisce all'autorità inquirente ogni ulteriore atto ufficiale.

Nulla cambia alla situazione il fatto che in base al diritto vigente, il perseguimento di crimini si prescrive solo dopo quindici anni. Determinante è il diritto di prescrizione vigente al momento del fatto, sempreché il diritto vigente non sia più favorevole. Ma nelle fattispecie ciò non è il caso.

I reati contestati non rientrano neppure nelle categorie di reati imprescrittibili. I presunti errori della polizia federale sono intercorsi molto tempo dopo il compimento dell'attentato. Anche in base all'esposizione del denunziante la polizia federale non ebbe niente a che fare con la progettazione e lo svolgimento dell'atto terroristico – crimine per il quale non è prevista prescrizione.

La decisione del procuratore federale straordinario non è ancora passata in giudicato. Contro di essa può essere interposto ricorso al Tribunale federale.

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