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SVIZZERAArmi svizzere in Ucraina? È sempre più realtà

11.05.23 - 18:51
La Commissione della sicurezza del Consiglio degli Stati approva due iniziative sulla riesportazione di materiale bellico.
Reuters
Fonte ATS
Armi svizzere in Ucraina? È sempre più realtà
La Commissione della sicurezza del Consiglio degli Stati approva due iniziative sulla riesportazione di materiale bellico.

BERNA - La riesportazione di materiale bellico svizzero dev'essere possibile a determinate condizioni. Lo prevedono due iniziative parlamentari adottate dalla Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S).

Poiché un'iniziativa simile è stata adottata dall'omologa commissione del Nazionale, il parlamento può elaborare un progetto di legge.

Le due iniziative parlamentari sono state approvate con, rispettivamente, 8 voti a 4 e 8 voti a 5. La prima prevede che in caso di forniture a Stati democratici che dispongono di un regime di controllo delle esportazioni simile a quello svizzero (come Francia o Germania), il divieto di riesportazione sia limitato a cinque anni. E questo, soltanto a determinate condizioni: lo Stato di destinazione non può essere coinvolto in un conflitto armato interno o internazionale, una restrizione che non si applica ai casi in cui un paese di destinazione - come l'Ucraina - si avvale del suo diritto di autodifesa conformemente al diritto internazionale.

Inoltre il Paese di destinazione non deve violare in maniera grave i diritti umani e non vi deve essere alcun rischio che le armi vengano impiegate contro la popolazione civile.

La maggioranza della commissione, ha spiegato Walter Salzmann (PSS), crede che questa modifica permetterebbe di risolvere i problemi sollevati dalle dichiarazioni di non riesportazione. La Svizzera deve al momento decidere attivamente se vuole autorizzare o meno un Paese a riesportare materiale bellico, fatto che può rivelarsi problematico. «Questo allentamento dovrebbe anche consentire di rafforzare la competitività dell'industria svizzera degli armamenti», ha aggiunto Salzmann.

L'iniziativa dell'omologa commissione del Nazionale, approvata per 8 voti a 5, è molto simile. Essa prevede che la riesportazione di materiale bellico debba essere possibile se il Paese di destinazione si avvale del diritto di autodifesa in virtù del diritto internazionale pubblico. In tal caso, ha sottolineato Salzmann, la violazione del divieto dell'uso della forza deve essere stata denunciata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite oppure da una maggioranza dei due terzi dell'Assemblea generale.

Una minoranza della Commissione della politica di sicurezza boccia entrambe le iniziative, sostenendo che non sono compatibili col diritto della neutralità, come sottolineato dal presidente della commissione. La minoranza denuncia un aggiramento delle attuali disposizioni legali a causa delle pressioni proveniente dagli alleati degli Stati Uniti, in particolare da paesi coma la Germania che hanno chiesto alla Confederazione di poter riesportare verso il teatro bellico munizioni acquistate nella Confederazione.

Tenuto conto del risultato delle prime due votazioni, la Commissione ha poi deciso di respingere all'unanimità una mozione della sua omologa del Nazionale. Questo atto parlamentare prevede che, su richiesta di un governo estero, il Consiglio federale possa annullare la dichiarazione di non riesportazione se la richiesta si riferisce a una situazione che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha dichiarato, in una risoluzione, come contraria al divieto dell'uso della forza previsto dal diritto internazionale e se non vi si oppongono interessi preponderanti in materia di politica estera della Svizzera.

Nel caso in cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non giunga a una decisione a seguito di un veto, sarebbe necessaria una dichiarazione in tal senso da parte dei due terzi dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

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COMMENTI
 

medioman 11 mesi fa su tio
Offrire i negoziati di pace, no.

klich69 11 mesi fa su tio
Politici voltagabbana, svendono la neutralità perché spinti nelle parti basse dai scellerati ue,.

RV50 11 mesi fa su tio
Speriamo che se accettata vengano raccolte le firme per una votazione a livello nazionale e che sia il verdetto del popolo poi a decidere democraticamente se per il si all'allentamento o per il no come da costituzione .... io non ho dubbi e se ci dovesse esserci una votazione sarei per il NO

M70 11 mesi fa su tio
tutta la classe politica sui barconi e fuori dalle scatole!

Robi57 11 mesi fa su tio
Speriamo di non arrivare al punto di avere armi Russe in Svizzera.

Arrabbiato 11 mesi fa su tio
Stron..zata immensa 🤬🤬🤬🤬

sergejville 11 mesi fa su tio
Bisogna fare tutto il possibile per respingere l'esercito russo entro i propri confini e contrastare l'invasione in Ucraina, in nome delle storia europea del II dopo guerra, del diritto internazionale e del sistema creato (con sangue e sudore) in cui, semplicemente, NON puoi prenderti ciò che vuoi con prepotenza e violenza. Che Putin e banda lo capiscano. A nessuno interessa la Russia e nessuno la vuole né invadere né stravolgere nel suo sistema, chiuso a riccio su quanto creato dall'ex agente del KGB. E la Svizzera, pur restando neutrale per costituzione (ma assolutamente non nelle giuste prese di posizione e nelle sanzioni da adottare, in linea con l'UE) deve fare la sua parte.

leobm 11 mesi fa su tio
Che classe politica, delusione totale si illudono di raggiungere ad una pace solo con più armi e nessuna diplomazia e non si impara nulla, non potremo essere da paceri tra i due se ci esporremo con armi e non piu armi mi vergogno da Svizzero, se dovessero cedere sulle pressione dei manipolatori della verità mi conviene bruciare il mio passaporto Svizzero

Max80 11 mesi fa su tio
Risposta a leobm
Concordo con il tuo scritto, armi , soldi e qui c’è chi non arriva a fine mese. Per il passaporto ci penserei perché, credo rischi l’arresto. 🙏
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