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ZURIGODisoccupazione, la Svizzera scende dal podio dei virtuosi

19.02.23 - 23:30
Fuori dai radar della Seco, ma sono sempre di più le persone che non trovano (o non cercano) un lavoro
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Disoccupazione, la Svizzera scende dal podio dei virtuosi
Fuori dai radar della Seco, ma sono sempre di più le persone che non trovano (o non cercano) un lavoro

ZURIGO - La Svizzera è un paradiso per i lavoratori? I salari tra i più alti d’Europa e la disoccupazione al 2,2% (la più bassa da oltre vent'anni) farebbero supporre che sia così. Almeno stando ai dati della Segreteria di Stato dell'economia (Seco) d'inizio gennaio.

C’è un però: la Seco conta solo le persone in cerca di lavoro che si sono iscritte a un ufficio di collocamento. Chi ha interrotto le ricerche non è più conteggiato nel tasso di disoccupazione ufficiale. Non vengono presi in considerazione tutti i disoccupati di lunga durata che non hanno più diritto all'indennità di disoccupazione, i giovani che non hanno lavorato abbastanza a lungo per ricevere la disoccupazione, i lavoratori autonomi che hanno perso il lavoro. La casistica non si ferma qui. Per loro - riporta il TagesAnzeiger -, gli esperti usano il termine “disoccupazione occulta”.

Emerge dunque un quadro diverso quando si guarda a tutte le persone che sono realmente disoccupate. In questo caso il tasso di disoccupazione in Svizzera sale al 4,3%, oltre due punti percentuali sopra il dato della Seco. Nel 2015 la differenza era di 1,6 punti percentuali, nel 2009 solo di 0,4.

Fuori dal podio - In quest’ottica la Svizzera perde il suo primato. Nel 2014 aveva ancora il secondo tasso di disoccupazione più basso se confrontato con i 27 paesi dell'UE, Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti e Canada. Solo la Norvegia era messa meglio. Nel 2020 otto Paesi precedevano la Svizzera, nel terzo trimestre del 2022 undici. Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Paesi Bassi, Polonia e molti altri paesi, in particolare quelli dell'Europa centrale e orientale, registrano attualmente un tasso di disoccupazione inferiore a quello svizzero.

Insomma, il mercato del lavoro svizzero non solo sembra uscito male dalla pandemia, ma vede confermarsi una tendenza che va avanti da anni: mentre altrove il tasso di disoccupazione sta diminuendo grazie a un boom economico, in Svizzera è stagnante.

Secondo gli esperti ciò dipende dal fatto che anche chi è in cerca di un impiego tende a non iscriversi a un centro per l’impiego. La Seco identifica invece questa scarsa performance con l’apprezzamento del franco svizzero, costato caro ai settori orientati all'esportazione, come l'industria meccanica. Anche il settore dell'ospitalità, soprattutto nelle regioni turistiche frequentate da viaggiatori internazionali, presenta uno svantaggio competitivo decisivo rispetto alla concorrenza straniera. 

Per Simon Wey, capo economista dell'Unione svizzera degli imprenditori (USI), è il contrario: senza il forte franco svizzero, la disoccupazione sarebbe più alta in Svizzera. La capacità della BNS di attuare una politica valutaria indipendente e adattata alla situazione economica in Svizzera, starebbe dando slancio all'economia del paese. «La Banca nazionale è stata in grado di ridurre l'inflazione in modo mirato e quindi di arginare la perdita di potere d'acquisto dei consumatori locali», afferma.

Stando a Wey, la Svizzera è seconda in Europa per tasso di occupazione (83%). Per le donne questo è aumentato di 4,4 punti al 79,7% tra il 2010 e il 2021. Semmai, sono le molte persone che vogliono iniziare a lavorare per la prima volta a non trovare subito un lavoro.

Michael Siegenthaler, capo del dipartimento di ricerca sul mercato del lavoro presso l'ETH di Zurigo cita due importanti cambiamenti degli ultimi anni: digitalizzazione e globalizzazione. Per queste ragioni vi sono persone che non possono essere reintegrate e semplicemente escono dai radar della disoccupazione della Seco. 

Proprio la Seco, invece, ritiene che l'andamento di un mercato del lavoro non vada giudicato sulla base di un unico indicatore come la disoccupazione. Nella valutazione dovrebbero essere presi in considerazione anche l'alto tasso di occupazione e gli alti salari. In effetti, secondo Siegenthaler, esiste un'interazione tra salari e disoccupazione. Ciò si osserva meglio in Germania, dove la disoccupazione a metà degli anni ‘90 era ancora superiore al 10%. Da allora è scesa fino a essere oggi inferiore a quella svizzera. Di ciò è ritenuto responsabile l'ex cancelliere Gerhard Schröder, le cui riforme del mercato del lavoro hanno portato a un ampio settore a basso salario.

In Svizzera è accaduto il contrario, in parte a causa del franco svizzero forte, dell'aumento dei salari minimi e della maggiore protezione salariale.

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COMMENTI
 

RobediK71 1 anno fa su tio
Questa è buona come barzelletta, Polonia e paesi dell’est meno della Svizzera - jackpot mondiale sarebbe Poi tutte queste cose che aumentano la percentuale non vale mica solo per la Svizzera anche negli altri paesi è lo stesso, percui di cosa stiamo parlando ? Non cambia niente

Hatezov lll 1 anno fa su tio
La Seco spara un sacco di casa💤ate. Già dimostrato

Equalizer 1 anno fa su tio
Ancora una volta, un'articolo che fa bollire il sangue, tante considerazioni, che ognuno di noi può trarre personalmente e zero soluzioni al problema, La nostra Svizzera a falsare i numeri è sempre stata brava, disoccupazione calcolata nel modo più inveritiero possibile o i premi cassa malati che non sono inclusi nel calcolo dell'inflazione. Come ho sempre detto: La statistica è l'arte di mescolare i numeri per ottenere il risultato che ti serve.
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