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SVIZZERASvizzera e neutralità, una situazione ingarbugliata

29.01.23 - 20:40
In un contesto mondiale stravolto dalla guerra, ci chiediamo quale debba essere la strada più opportuna da percorrere
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Svizzera e neutralità, una situazione ingarbugliata
In un contesto mondiale stravolto dalla guerra, ci chiediamo quale debba essere la strada più opportuna da percorrere

BERNA - Neutralità. Una parola che mai come in queste ultime settimane, cariche di discussioni sull'opportunità e sui rischi connessi all'invio di armi e munizioni a Kiev, necessita di un approfondimento per darne una rinnovata interpretazione, alla luce dell'attuale situazione globale.

Va detto che la legge svizzera sull'esportazione di materiale bellico (KMG) consente ai paesi che ne sono in possesso una riesportazione solo previa autorizzazione del Consiglio federale, ok che può essere considerato legittimo in caso di aggressione contrarie alle regole del diritto internazionale. Lo spiega bene un approfondimento della NZZ che precisa però come la legge sulla neutralità imporrebbe di considerare tutte le parti in causa nella stessa misura. Paradossalmente la Svizzera potrebbe anche valutare un eventuale trasferimento di munizioni alla Russia se a chiederlo fosse ad esempio l'Iran.

Come procedere per la riesportazione e la compatibilità con la neutralità - È risaputo che Germania, Danimarca e altri paesi hanno firmato una dichiarazione di non riesportazione. Ora, qualora la legge svizzera che regola l'export di armamenti venisse modificata attraverso un'iniziativa parlamentare con procedura d'urgenza - come peraltro indicato dal Comitato per la politica di sicurezza del Consiglio nazionale - tale prescrizione decadrebbe in caso di riesportazione all'Ucraina. Attenzione però: una eventuale dichiarazione unilaterale a favore di Kiev violerebbe la neutralità. Come spiega il quotidiano zurighese infatti, la Convenzione dell'Aia "sui diritti e i doveri delle potenze e delle persone neutrali in caso di guerra terrestre" prevede espressamente che gli Stati neutrali legiferino in modo da non favorire nessuna delle parti in conflitto.

C'è poi una seconda proposta, portata avanti dallo stesso comitato, secondo la quale il Consiglio federale potrebbe di fatto eliminare una dichiarazione di non riesportazione previo richiesta di uno Stato. Ma solo in determinate situazioni. Come ad esempio nel caso in cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite classificasse una guerra come contraria al diritto internazionale. Cosa che non è però avvenuta per la guerra in Ucraina, causa veto della Russia. Quanto quindi alla neutralità da rispettare, in questo caso solo se le Nazioni Unite classificano una guerra come illegale secondo il diritto internazionale, allora potrebbe essere possibile revocare unilateralmente le dichiarazioni di non riesportazione. Ma il veto della Russia di fatto blocca ulteriori passi e la neutralità resta in vigore.

Cosa accade se si viola la neutralità - Qualora si riscontri violazione della neutralità, uno stato è tenuto a pagare dei danni: tale rivendicazione vale solo tra Stati e non ha mai avuto grande rilevanza (il Regolamento dell'Aia non prevede quasi mai sanzioni). Ciò che invece appare più rilevante è la conseguenza politica qualora la Confederazione non si attenesse strettamente alla legge sulla neutralità. Si correrebbe infatti il rischio di non essere più considerati internazionalmente neutrale e quindi perdere il prezioso ruolo di mediatore.

Le tre possibilità - Alla Svizzera non restano che tre possibilità. Restare totalmente fedele al principio neutrale. Oppure modificare la legge sulla riesportazione facendola di fatto decadere, concependo poi un nuovo concetto di essere sopra le parti, che consenta il trasferimento di armi e munizioni nella tutela del diritto all'autodifesa, ai sensi dello Statuto delle Nazioni Unite. Terza via, quella di restare rigorosamente neutrali - ma non del tutto - attraverso escamotage e intelligenza politica. Con i rischi che ne potrebbero conseguire. 

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COMMENTI
 

Piccolo 1 anno fa su tio
Sono in vigore le sanzioni messe in atto anche dall’Europa e ci rifiutiamo di consegnare le armi a chi l’è richiede! Mi pare poco coerente

Silver09 1 anno fa su tio
È acclarato che la nostra Neutralità in questo momento è messa in serio pericolo da interessi economici che, a mio avviso, si basano sostanzialmente su due fattori: interessi della nostra industria bellica che vede nel rischio di una riconfermata neutralità della Confederazione una possibile estromissione da appalti esteri futuri di altre nazioni, il secondo sempre riconducibile ai medesimi interessi, è più sottile, e lo evidenziano quei Partiti che spingono verso situazioni di compromesso mirate di fatto all'annullamento della neutralità della Svizzera, per far sì che la nostra Nazione un domani, non più neutrale, debba forzatamente "implorare" di far parte dell'UE ( e poi della NATO) per sentirsi protetta. La soluzione: anziché cercare di inventarci chissà quali scuse per raggirare la popolazione, riguardo la necessità di acconsentire alla riesportazione di armi (peraltro vietata dalla convenzione dell'Aia se applicata in questo modo) forniamo viveri, coperte, aiuti umanitari ai poveri ucraini, invece di munizioni e carri armati. Anche così si può aiutare una nazione a superare un conflitto, voluto dai Governi di tutti i Paesi, non dalle popolazioni degli stessi, non dimentichiamolo!

leobm 1 anno fa su tio
Ambiguità di che cosa? Io come cittadino Svizzero sono orgoglioso della nostra neutralità. Siamo un piccolo stato e siamo più utili se neutrali che non altri sulla lunga lista degli amanti della guerra. Io preferisco aiutare a risolvere i problemi senza le armi perché alla fine le nostre mani gronderebbero di sangue, ve ne sono in giro già troppi di questi!!!!!!

Vinnie 1 anno fa su tio
Risposta a leobm
SE tua figlia venisse stuprata, o tu derubato, e i tuoi vicini che vedono tutto non dicono nulla, anzi si girano dall'altra parte e dicono: no no, noi siamo pacifisti, non vi aiutiamo. Tu cosa diresti in nome della pacifismo? Il pacifismo va bene quando tutto va bene, ma si ci sono complicazioni, vanno prese delle misure. Non si può semplicemente dire la Svizzera è neutrale.

brumawe1 1 anno fa su tio
nessun problema: la neutralità non si deve toccare…!!! bisogna fermare questo governo e ricordare che dovrebbe in primo fare gli interessi della popolazione svizzera. invece fa schifo.

Meck1970 1 anno fa su tio
Non è ingarbugliata..... Basta dire di no, che la Svizzera è neutrale.

belaolga 1 anno fa su tio
la Svizzera è neutrale...Cassis è senza neuroni e fà il figo...( tipico made in...I)...ma se dovesse peggiorare la storia...a li scapa al paesello....

Raptus 1 anno fa su tio
Io la vedo cosi: Svizzera politicamente e militarmente neutrale, quindi può vendere i suoi prodotti a chiunque voglia acquistarli senza distinzione o giudizio alcuno. Ohps...dimenticavo che siamo diventati masochisti....

Clo62 1 anno fa su tio
Purtroppo dei politicanti deboli ci stanno portando nella mischia e pensare che la soluzione è semplice dobbiamo fare quello che abbiamo sempre fatto, ( croce rossa, asilo e diplomazia)

Gualtie 1 anno fa su tio
Risposta a Clo62
Il mondo cambia è spesso chi continua a “fare quello che ha sempre fatto” può trovarsi in difficoltà se non si adatta

Nano10 1 anno fa su tio
Semplice x togliere il “garbuglio” Cassis via via fo di ball

Gemello 1 anno fa su tio
@libero no invece ha ragione non è un commento vergognoso anzi ha ragione!!

Lux Von Alchemy 1 anno fa su tio
Le troppe complicazioni di un semplice concetto, emergono quale possibile prova di corruzione, di doppi standard, di interessi al di sopra del concetto di “neutralità” che, ben vedendo, non è che una bella figurina in un album oramai vuoto.

Fra Francesco 1 anno fa su tio
Restare fedele al principio neutrale e il consiglio federale dovrebbe boicottare il signor Cassis persona molto pericolosa che vorrebbe coinvolgere la Svizzera nella guerra tra russi e ucraini. Dopo la buffonata di Lugano adesso sta tentando di modificare la costituzione per far diventare la Svizzera allo stesso livello dell’Unione europea. Forse è meglio che torni al suo paese di origine dove troverà ampi spazi di manovra per danneggiare lo stato italiano.

Libero 1 anno fa su tio
Risposta a Fra Francesco
Commento vergognoso

Gualtie 1 anno fa su tio
Risposta a Fra Francesco
Il paese d’origine del Cassis è Sessa, Ticino

S.S.88 1 anno fa su tio
Risposta a Fra Francesco
Concordo pienamente

Fra Francesco 1 anno fa su tio
Risposta a Gualtie
Paese di origine ( Stato) è l’Italia

Fra Francesco 1 anno fa su tio
Risposta a Libero
Vergognoso è il comportamento di un consigliere federale per lo più ticinese.

Galium 1 anno fa su tio
Risposta a Libero
D'accordo con @Libero, ma sottolineo anche l'ignoranza degli odiatori di Cassis, poiché si sa che le decisioni di questo livello sono prese dal CF in corpore, e non da un singolo suo membro

Fra Francesco 1 anno fa su tio
Risposta a Galium
Nessun odio, ci mancherebbe, ma se un consigliere federale non ha le capacità di gestire un ministero dovrebbe avere ‘onesta l’intellettuale o di cambiare ministero o di rassegnare le dimissioni e poi non è vero che tutte le decisioni vengono prese dal consiglio federale, Berset insegna.l

Galium 1 anno fa su tio
Risposta a Fra Francesco
Vengono prese dal CF tutte le decisioni più rilevanti. Lo è stato per Berset e lo è anche per Cassis, che tra l'altro ha svolto un ottimo lavoro, in barba a qualche irriducibile xenofobo

Hatezov lll 1 anno fa su tio
Risposta a Galium
Vergognosa è la sinistra.
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