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SVIZZERA«Avere la Cia alle calcagna fa paura»

24.01.23 - 09:00
A tu per tu con l’hacker svizzera nota come Maia Arson Crimew, che si è fatta dei nemici potenti
20min/Taddeo Cerletti
Fonte C.P./ D.G./Ronc
«Avere la Cia alle calcagna fa paura»
A tu per tu con l’hacker svizzera nota come Maia Arson Crimew, che si è fatta dei nemici potenti

ZURIGO - "Maia Arson Crimew", ovvero Tillie Kottmann, ha deciso di giocare con il fuoco. Una decisione che, malgrado le paure, non rimpiange. L’hacker svizzera, che ha sottratto una no-fly list top secret dalla Transportation Security Administration (Tsa), verrà con tutta probabilità indagata negli Stati Uniti. Ma cosa conteneva la lista? Un elenco, poi consegnato ai giornalisti americani della rivista tecnologica “Daily Dot”, con 1,5 milioni nomi di persone identificate a Washington come sospetti terroristi. Ovvero chi negli States non può imbarcarsi su un aeroplano.

Scandalo a Washington - Una falla nel sistema di sicurezza ha permesso alla giovane hacker di accedere facilmente alle informazioni riservate. Una leggerezza che ha scatenato uno scandalo a Washington. «Devo ammettere che sono abbastanza euforica, sento l'adrenalina. Ma al tempo stesso scoprire che verrà aperta un'indagine è scioccante», ammette Tillie a 20Minuten. «Sapevo che la mia scoperta era importante, sono però stupita del polverone che ha creato». 

Credibilità e visibilità - Come mai quindi l’hacker ha scelto di esporsi pubblicamente? «In realtà è successo un po’ per caso. Però mi dà la possibilità di parlare con i media e spiegare le mie azioni. Trovo che metterci la faccia mi renda più affidabile», ha spiegato. Tillie si descrive infatti come un'attivista informatica. Pubblica costantemente dati che ritiene di pubblico interesse. «Sono convinta di quello che faccio».

La lotta al capitalismo - Alla base dell’impegno di Tillie c’è una forte repulsione per il capitalismo. «Sono un’anarchica, sarei felice di creare un sistema capace di distruggere il capitalismo». Un sogno o un obiettivo? «È forse troppo ambizioso, mi concentro quindi su piccole azioni ma significative. Sono specializzata nel campo della sicurezza, cioè monitoraggio e liste di controllo». 

«La Cia fa paura» - Il coraggio dell’hacker svizzera ha però attirato l’attenzione della Cia, a cui non piace vedersi sottrarre informazioni riservate sotto il naso. «Non dovrei rispondere a domande sulla Cia, però devo ammettere che è spaventoso avere a che fare con un avversario così potente», ammette l’hacker. È importante però non cambiare stile di vita malgrado queste paure, sostiene Tillie. «Per continuare la mia vita il più normalmente possibile, devo cercare di non pensarci. Non devo lasciarmi prendere dal panico, non mi aiuta, è esattamente quello che vogliono». 

Screditare l'hacker - Ma quali sono i margini di manovra della Cia? Cerchiamo di fare chiarezza con l'esperto di servizi segreti e professore all'Università di Zurigo, Adrian Hänni. In molti casi, le contromisure si sono limitate alla sorveglianza elettronica o ai tentativi di neutralizzare l'infrastruttura digitale. In passato, invece, spesso venivano condotte campagne diffamatorie.  «Lo scopo è screditare l’hacker e distrarre il pubblico dalle sue rivelazioni».

«La Cia gode di molte opportunità operative e può contare su una certa collaborazione da parte delle autorità svizzere», afferma l'esperto di intelligence. Eppure l’esperto ha rassicurato:m «Le rivelazioni di Maia Arson Crimew come la lista "No Fly" non sono gravi come le fughe di notizie di Edward Snowden per la NSA o la pubblicazione dei documenti del Vault 7 da parte di Wikileaks». Soprattutto, non divulgano dati su dipendenti, fonti e metodi operativi delle agenzie di intelligence statunitensi.

«Di conseguenza, non penso che la Cia o altre autorità statunitensi intraprenderanno un'azione aggressiva contro di loro nello stesso modo in cui hanno fatto contro Assange o Snowden», afferma l'esperto. Ma ciò non significa che Maia non possa diventare lei stessa l'obiettivo di un attacco informatico o di una sorveglianza statale.

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