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SVIZZERADonne, violenza e rifugi al limite: «È solo la punta dell'iceberg»

15.01.23 - 14:05
Tra stress e sensibilizzazione, più donne denunciano casi di violenza domestica. L'appello di due esperte: «Servono più risorse»
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Donne, violenza e rifugi al limite: «È solo la punta dell'iceberg»
Tra stress e sensibilizzazione, più donne denunciano casi di violenza domestica. L'appello di due esperte: «Servono più risorse»

BERNA - La situazione nei centri d'accoglienza per donne (in cui si recano in particolare le vittime di violenza domestica) è tesa: i posti rimasti liberi nelle 32 strutture sparse tra Svizzera e Liechtenstein sono ormai pochi.

Ma cosa sta succedendo? Due esperte hanno discusso del problema sulle pagine del SonntagsBlick, lanciando l'allarme per una situazione difficile e chiedendo più risorse.

Secondo Marlies Haller, direttrice della fondazione contro la violenza nei confronti di donne e bambini, la situazione dei rifugi è solo «la punta dell'iceberg», poiché «il numero di casi di violenza domestica non denunciati è molto alto, stimato all'80%». Però c'è più gente che chiede aiuto: «È possibile che le discussioni sulla Convenzione di Istanbul (sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne) e la nascita di vari movimenti femminili abbiano sensibilizzato l'opinione pubblica sul tema, motivando le persone a chiedere aiuto».

Un'altra parola chiave potrebbe essere "stress". «La situazione attuale della società (nel suo insieme, tra inflazione, guerra, pandemia...) genera più stress di prima», ha aggiunto Anna Tanner, consigliera specializzata presso il centro d'accoglienza di Berna. «E le situazioni stressanti portano spesso a più pressione e violenza a casa».

«Servono più risorse»
Purtroppo, ora, a causa dell'alto numero di richieste e delle poche risorse, sia i centri sia i consulenti sono in difficoltà. «A causa delle scarse risorse, la consulenza e il sostegno sono talvolta possibili solo in misura limitata», ha spiegato Tanner, ma questo non deve scoraggiare nessuno: «Incoraggio tutte le persone colpite a farsi avanti, è molto importante. Troviamo sempre una soluzione: ogni donna che chiama riceverà una consulenza competente da parte di uno specialista, 24 ore su 24, sette giorni su sette».

«Nei rifugi non ci sono rifiuti. Un modo si trova sempre», ha confermato Haller, aggiungendo che lo Stato dovrebbe fornire più risorse e finanziamenti: «Abbiamo bisogno di più posti, più soldi e più dati: in Svizzera non ci sono quasi studi nel campo della violenza domestica».

Anche perché in questo campo ci si impegna a non far finire una donna in assistenza sociale, a ridurre le difficoltà di sviluppo dei bambini, ma anche a prevenire i femminicidi. «Tutto ciò è più difficile se non abbiamo risorse sufficienti e quindi non possiamo reagire rapidamente», ha concluso Tanner, «si tratta di una questione di vita o di morte».

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COMMENTI
 

Bilbo 1 anno fa su tio
Be per fortuna ci sono gli uomini che combattono queste ingiustizie, perche le parole servono a poco

saijon 1 anno fa su tio
un primo passo è anche rispondere professionalmente alla violenza delle femmine e non dire "legga meno", "eh bom" o giustificare la violenza femminile lasciando le conseguenze del caso alla giustizia sommaria.

Pensopositivo 1 anno fa su tio
Risposta a saijon
Stiamo parlando di violenza maschile ... psicologica ,fisica, fino ad arrivare nei casi estremi al femminicidio... piccoli uomini frustrati e deboli che non sanno come avere una relazione sana con una donna...

saijon 1 anno fa su tio
Risposta a Pensopositivo
E io mi lamento perché ci sono tante piccole donne che hanno un rapporto violento (psicologicamente e fisicamente) con gli uomini. Peccato fare sessismo quando si parla di violenza e rubare risorse alla lotta contro la violenza in genere.
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