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GRIGIONI«Va bene il Wef ma nessuno vuole sciare in una zona ad alta sicurezza»

11.01.23 - 17:37
La vita di Davos all'ombra del meeting globale, fra chi si lamenta e chi pensa a un futuro senza Forum: «Possibile, ma...»
Andrea Zahler/Tamedia AG
«Va bene il Wef ma nessuno vuole sciare in una zona ad alta sicurezza»
La vita di Davos all'ombra del meeting globale, fra chi si lamenta e chi pensa a un futuro senza Forum: «Possibile, ma...»

DAVOS - Quasi 3'000 ospiti da tutto il mondo (e spesso con ben pochi problemi di budget) e un indotto generato per l'area stimato attorno ai 100 milioni.

La macchina del Wef di Davos si è già messa in moto da un po' e aprirà i battenti lunedì prossimo. Una presenza imponente e che, quest'anno, risulta addirittura ingombrante anche perché si tiene con sette giorni in anticipo rispetto al solito, in un periodo delicatissimo per il turismo invernale.

Così chi fa ritorno dalle piste, si trova incastrato fra gru, check-point di sicurezza in via di costruzione, edifici pop-up e mezzi pesanti dell'esercito. Non proprio l'ideale per godersi il clima della cittadina grigionese. E scordatevi le gite in elicottero, il dispositivo di sicurezza anti-aereo è già stato attivato.

Chi ci convive, e chi non lo sopporta

Se da una parte può anche essere vero che quelle di Davos sono lacrime da ricchi, va anche considerato il momento congiunturale di un settore - quello turistico e dell'ospitalità - che arriva da 2 anni Covid che hanno stravolto tutto. Togliendo dal tavolo il turismo, ma anche il Wef. Per diversi, la seconda non è stata una cosa del tutto negativa.

Se gli autoctoni, scrive il TagesAnzeiger, fanno buon viso a cattivo gioco e durante la settimana del Forum se ne vanno (e spesso lasciano in affitto le loro case a prezzi esorbitanti) i turisti si trovano invece invischiati nella messa in moto di un congegno che ogni anno diventa sempre più grande, e quindi lungo da mettere in posizione e poi da smantellare.

Il bilancio, dati alla mano, non è dei più lusinghieri: quest'anno circa il 33% dei visitatori abituali ha deciso di lasciar perdere, e nel periodo pi "caldo" dell'anno. «Nessuno vuole sciare in una zona ad alta sicurezza», si lamenta Vidal Schertenleib il responsabile degli impianti di risalita di Davos Klosters, «va bene la gloria internazionale, ma dobbiamo pensare che qui siamo principalmente una località di turismo invernale».

Gli Hotel: «Potremmo anche farne a meno, ma...»

Anche chi solitamente sorride, come gli hotel che raggiungono la vette più alte della speculazione, sono possibilisti a un futuro senza Forum.

Se da una parte c'è chi, come scrive 20 Minuten, arriva a far pagare 36'000 franchi per 4 notti in un attico a 3 stelle, c'è anche chi dall'altra, ammette: «È vero che si guadagna bene, ma è vero anche che il lavoro è molto di più, ridimensionandoci potremmo comunque fare bene anche senza il Wef», conferma sempre al TagesAnzeiger la capa dell'associazione ombrello Hotel Gastro Davos, Tamara Henderson.

Questo anche perché le cifre da capogiro di chi prenota all'ultimo minuto non sono proprio quelle dei partecipanti già registrati: «L'80% delle camere è già bloccato in anticipo per gli iscritti, i prezzi sono più alti sì, ma solo del 20-30%. Questo permette alle strutture di coprire le spese extra», commenta a 20 Minuten Reto Branschi dell'ufficio turistico Destination Davos Klosters, che - dal canto suo - non nasconde l'entusiasmo: «Siamo pronti, e non vediamo l'ora che arrivino i nostri ospiti».

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COMMENTI
 

Gemello 1 anno fa su tio
Che spreco di soldi poi si parla tanto di crisi!!🤢
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