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SVIZZERAUna sociologa critica le Ong: «Rappresentazioni razziste»

22.12.22 - 23:30
Le organizzazioni umanitarie però si difendono: «Accuse infondate. Occhio a non colpevolizzare i donatori»
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Una sociologa critica le Ong: «Rappresentazioni razziste»
Le organizzazioni umanitarie però si difendono: «Accuse infondate. Occhio a non colpevolizzare i donatori»

BERNA - A Natale siamo tutti più buoni e sensibili. E tendiamo a donare di più rispetto agli altri periodi dell'anno. Proprio per questo motivo alcune organizzazioni umanitarie (Ong) hanno deciso di tappezzare stazioni e inondare social ed email con campagne in favore di questa o quella azione benefica. «Ho diritto all'istruzione», recita uno di questi cartelloni su cui campeggiano dei bimbi di colore sorridenti.

La critica: «Rappresentazioni razziste»
Una rappresentazione, questa, che scandalizza la sociologa e attivista Anja Glover che la giudica profondamente razzista. «Queste persone vengono sempre rappresentate come deboli o bisognose, mentre le persone bianche sono raffigurate come coloro che possono aiutarle». Glover è stupita di quanto questo linguaggio visivo venga ancora usato e trova problematico anche il termine "aiuto allo sviluppo" poiché «implica che gli Stati siano arretrati per una loro volontà», tralasciando «il modo in cui la diseguaglianza è stata prodotta». 

La risposta: «Accuse infondate»
Le agenzie di aiuto allo sviluppo rimandano però al mittente le critiche. «Non siamo affatto d'accordo. Non vi è alcuna rappresentazione razzista», sottolinea un portavoce di Helvetas, precisando come l'associazione utilizzi nei suoi progetti «quasi esclusivamente personale locale» e coinvolga «sistematicamente i beneficiari». L'organizzazione umanitaria di stampo cristiano Compassion Svizzera ritiene esagerate le dichiarazioni di Glover e afferma di avere già a cuore questa problematica. «A gennaio faremo una formazione contro il razzismo a tutti i dipendenti». Compassion Svizzera, comunque, non vuole che vengano colpevolizzati i donatori. «Sarebbe un peccato se queste persone provassero vergogna nelle donazioni».

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