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SVIZZERAEdili, non c'è ancora l'accordo sull'orario di lavoro

15.11.22 - 09:54
Ennesima fumata nera al tavolo delle trattative. Se salta l'intesa atri scioperi a partire dal 28 novembre.
Foto TiPress
Fonte ATS
Edili, non c'è ancora l'accordo sull'orario di lavoro
Ennesima fumata nera al tavolo delle trattative. Se salta l'intesa atri scioperi a partire dal 28 novembre.

BERNA - Il settimo round di negoziati tra i partner sociali del settore edile «non ha portato ad alcun avvicinamento sulla questione dell'orario di lavoro»: la lapidaria dichiarazione arriva dai sindacati al termine dell'ennesima sessione di trattative. Sono previsti altri due incontri fra le parti sociali.

«L'obiettivo è di raggiungere un risultato entro il 28 novembre che possa essere sottoposto agli organi decisionali» sottolineano Syna e Unia. In assenza di un risultato, «dal 1° gennaio 2023 vi sarà un vuoto contrattuale e prevediamo ulteriori mobilitazioni e scioperi a partire da quella data» avvertono.

La SSIC da parte sua ha parlato di «discussioni costruttive» e afferma anche «di aver risposto alle preoccupazioni dei lavoratori in merito all'orario di lavoro».

La SSIC si dice anche pronta a discutere di aumenti salariali. Questi ultimi sono possibili «se c'è un miglioramento sostanziale del contratto nazionale mantello (CNM) sugli orari di lavoro. Senza questi miglioramenti, tuttavia, le possibilità sono a un livello molto più basso.

Gli imprenditori ritengono inoltre irrealistiche le attuali richieste sindacali di una compensazione totale dell'inflazione e di un aumento salariale dell'1%.

Il Paese vive attualmente una mobilitazione generale dei lavoratori edili. Dal 17 ottobre, 15'000 muratori sono scesi in piazza in Svizzera per protestare contro «le richieste sproporzionate degli imprenditori».

Nel corso degli scioperi - svoltisi anche a Bellinzona - i muratori hanno denunciato in particolare l'intenzione dei datori di lavoro di voler rendere l'orario flessibile a oltranza, con giornate allungabili in estate e congedi forzati nei mesi invernali. Gli scioperanti non capiscono inoltre perché la Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC) si rifiuti di aumentare i salari, nonostante l'attuale contesto economico.
 
 

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