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SVIZZERALe chiamate indesiderate delle casse malati sono in calo

08.11.22 - 10:58
I reclami per le telefonate di intermediari a caccia di nuovi clienti sono scesi da 300 a 110.
Foto Deposit
Fonte ATS
Le chiamate indesiderate delle casse malati sono in calo
I reclami per le telefonate di intermediari a caccia di nuovi clienti sono scesi da 300 a 110.

BERNA - Le chiamate indesiderate da parte di intermediari delle casse malati a caccia di nuovi clienti sono nettamente in calo. A quasi due anni dall'entrata in vigore dell'accordo settoriale che sanziona gli abusi, il numero di reclami è sceso di due terzi.

Nel 2020, indica oggi in un comunicato la commissione di vigilanza in materia Intermeglio, della quale fa parte anche l'ex consigliera di Stato ticinese Patrizia Pesenti, il totale dei reclami raggiungeva quota 300. Dopo l'introduzione, il 1° gennaio 2021, della convenzione, l'organo ne ha registrati 110 nel corso dei suoi primi nove mesi d'attività.

Dall'inizio di quest'anno fino al termine di ottobre invece i reclami sono stati 87. È la prova, afferma la commissione, che l'autoregolazione funziona. L'accordo prevede che le assicurazioni malattia firmatarie si impegnino a lavorare solo con intermediari esterni che rinunciano a chiamate telefoniche "a freddo" - ovvero indirizzate a persone mai state assicurate con la compagnia in questione o che non lo sono più da molto tempo - e che rispettano le norme fissate.

Sul totale dei reclami pervenuti nel 2022, in quattro occasioni è stata comminata una sanzione, assortita da una multa. Globalmente, considerando anche le spese di procedura, i costi per gli assicuratori toccati si sono elevati a quasi 100'000 franchi.

Cinque volte l'inchiesta è stata archiviata in quanto non sono state rilevate infrazioni dell'accordo, mentre dieci altre procedure sono tuttora in corso. Nei restanti casi non è stato possibile avviare un iter, a causa di informazioni insufficienti fornite dalla parte lesa o dell'assenza di indicazioni su un preciso assicuratore.

Le infrazioni venute a galla quest'anno riguardano soprattutto la violazione degli standard di qualità contemplati dall'accordo. In un caso, degli intermediari hanno contattato potenziali clienti sui social media con la promessa di biglietti per attività ricreative.

In un altro, delle persone hanno partecipato a un concorso online che metteva in palio entrate per un parco divertimenti in cambio del proprio consenso alla visita di un mediatore. Ma l'inchiesta ha evidenziato come il legame fra le due cose non fosse sufficientemente chiaro.

Un altro esempio di violazione è quello di intermediari impiegati da una società di cui una compagnia assicurativa aveva assunto la maggioranza. La commissione ha allora preso una decisione di principio, sancendo che i dipendenti di tali società in mano ad assicuratori vanno pure considerati alla voce "intermediari" e non come addetti interni alle vendite.
 
 

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