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SVIZZERAI muratori romandi incrociano le braccia

07.11.22 - 10:18
Lo sciopero durerà due giorni e porterà gli operai nelle piazze delle maggiori città della Romandia.
Ti-Press
Fonte ats
I muratori romandi incrociano le braccia
Lo sciopero durerà due giorni e porterà gli operai nelle piazze delle maggiori città della Romandia.

LOSANNA - I muratori romandi hanno iniziato stamane uno sciopero di due giorni che li porterà a sfilare nelle vie di Ginevra, Losanna, Friburgo, La Chaux-de-Fonds (NE) e Delémont, prima di raggrupparsi domani per una grande manifestazione nel capoluogo vodese.

Il coordinatore romando di Unia per il settore dell'edilizia Simon Constantin si aspetta una mobilitazione «massiccia» di «diverse migliaia» di muratori. La maggior parte dei cantieri romandi funzioneranno a rilento in questo inizio settimana, indica, come è stato il caso ultimamente in azioni simili tenutesi in Ticino e nella regione di Basilea.

«I lavoratori sono arrabbiati e non vogliono cedere», aggiunge il sindacalista, contattato da Keystone-ATS. Constantin critica «la visione ideologica» della Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC), che sta svolgendo negoziati sul nuovo contratto nazionale mantello (CNM) dell'edilizia e del genio civile.

La SSIC auspica una miglior flessibilità dell'orario di lavoro. Un punto questo denunciato dai sindacati che stimano che questo nuovo CNM porterebbe a giornate lavorative fino a 12 ore e di conseguenza a settimane da 58 ore.

Questi affermano anche che la SSIC cerca di facilitare i licenziamenti dei lavoratori più anziani e la diminuzione dei salari. "L'associazione cerca di smantellare completamente le diversi protezioni dei lavoratori", ha dichiarato Constantin.

Negoziati a un punto morto
Dal canto suo la SSIC ha scritto in una nota a fine ottobre che «il numero di ore di lavoro all'anno e anche alla settimana non deve essere aumentato rispetto a oggi». L'associazione sottolinea il «grande potenziale» di una pianificazione più flessibile dell'orario di lavoro per rispondere in particolare alle «esigenze delle giovani generazioni».

Questa flessibilità deve anche permettere, secondo essa, di adattare meglio l'orario di lavoro dei dipendenti più anziani e quindi di mantenerli in un settore che soffre della mancanza di manodopera qualificata.

Sei turni negoziali per il rinnovo del contratto nazionale mantello nell'edilizia non sono riusciti a risolvere le divergenze fra le parti. Le discussioni proseguiranno a metà novembre. Prima però la protesta dei muratori romandi, seguita venerdì da quella dei colleghi zurighesi.

Il CNM del settore principale dell'edilizia copre circa 80'000 lavoratori. A metà ottobre, 20'000 muratori di tutta la Svizzera avevano votato per queste azioni protesta.

L'associazione aveva minacciato di perseguire i sindacati in giustizia per violazione dell'obbligo di mantenere la pace del lavoro.

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