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SVIZZERA«Noi contadini siamo additati come dei criminali»

15.09.22 - 08:30
«Per un pollo non fa differenza vivere con 2'000 o 16'000 simili», così, sul voto in arrivo, l'agricoltore Mario Küng.
Keystone
Fonte 20Minuten/Christina Pirskanen, Marino Walser
«Noi contadini siamo additati come dei criminali»
«Per un pollo non fa differenza vivere con 2'000 o 16'000 simili», così, sul voto in arrivo, l'agricoltore Mario Küng.
Non la pensa così, invece, il contadino zurighese Alfred Skulli: «Un manzo pesa circa 550 chili e trascorre tutta la sua vita in piedi su una superficie più piccola del mio letto».

BERNA - Votazioni in vista in terra rossocrociata. E, nel dibattito intorno all’iniziativa sugli allevamenti intensivi, in tanti puntano il dito contro i contadini. Hanno infatti fatto scalpore le immagini filmate in alcuni allevamenti svizzeri, e pubblicate dall’organizzazione animalista Tier im Fokus, in cui i polli apparivano feriti e stipati uno sopra l’altro.

Il dito puntato contro - «Noi contadini siamo additati come criminali dai sostenitori dell’iniziativa», afferma l’agricoltore argoviese Mario Küng, che nella sua fattoria alleva un totale di 16’000 polli da macello. E, riguardo al tetto massimo di 2’000 polli per stalla chiesto dall’iniziativa: «Per me non esiste il concetto numerico di allevamento intensivo. È molto più importante guardare il modo in cui vengono tenuti gli animali».

«Poco cambia» - «Non fa differenza per un pollo vivere con 2’000 o 16’000 altri esemplari», aggiunge ancora Küng. All'estero le condizioni sono invece ben altre, sottolinea.

Questione di scelta - «Ogni giorno le famiglie contadine svizzere mettono il cuore e l'anima nel loro lavoro, e l'agricoltura svizzera sta facendo enormi progressi», continua l'argoviese. Inoltre gli standard biologici richiesti dall'iniziativa esistono già, e il cliente li può scegliere acquistando un prodotto piuttosto che un altro, aggiunge, mentre l'iniziativa porterebbe il consumatore a non avere più scelta.

«Meno carne rossocrociata» - La produzione di carne svizzera, in caso l’iniziativa venga accettata, si ridurrebbe poi drasticamente, afferma infine Küng. Andrebbe quindi importata più carne dall’estero. 

Una vita in un angolo - Di tutt’altra opinione, invece, l’agricoltore zurighese Alfred Skulli, che nella sua fattoria tiene circa 40 mucche, da latte e nutrici, alcuni maiali e circa 600 galline ovaiole. «Ci sono molti animali in Svizzera che, nonostante le leggi sulla loro protezione, non vivono all’aria aperta». Alcuni avrebbero pochissimo spazio a loro disposizione: «Un manzo pesa circa 550 chilogrammi e trascorre tutta la sua vita in piedi su una superficie più piccola del mio letto». 

«Ecco cos'è un allevamento intensivo» - Anche per Skulli, dare una definizione di allevamento intensivo non è semplice: «Ma se gli animali sono tenuti in gran numero, sono costretti a stare sempre nella stessa zona e non possono uscire, per me è un allevamento intensivo».

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