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SVIZZERAEcco perché Berna ci sta chiedendo di risparmiare elettricità a partire da subito

13.09.22 - 08:33
Anche se l'inverno è ancora lontano la richiesta di fare economia energetica da ora ha un senso ben preciso.
Axpo
Ecco perché Berna ci sta chiedendo di risparmiare elettricità a partire da subito
Anche se l'inverno è ancora lontano la richiesta di fare economia energetica da ora ha un senso ben preciso.

BERNA - Non lasciare luci accese, staccare la presa dagli elettrodomestici piuttosto che lasciarli in stand-by, fare la doccia e non il bagno così come lesinare l'uso del forno e cuocere tutto con il coperchio. È ormai da qualche settimana che la campagna di sensibilizzazione per il risparmio energetico della Confederazione è entrata nel vivo, fra inserzioni sui giornali, banner web e cartelloni ai lati delle strade.

Si tratta, come abbiamo scritto anche qui su tio.ch, del primo punto - di diversi altri, gradualmente più restrittivi - della strategia di Berna per arginare la prevista emergenza energetica attesa per questo inverno. Le cause, su tutte lo stop del flusso del gas russo verso l'Europa, le abbiamo già spiegate in più di un'occasione.

Un po' meno chiaro però, immaginiamo per diversi, sia il perché il Consiglio Federale stia chiedendo sin d'ora uno sforzo di questo tipo alla popolazione. L'obiettivo, anche questo è stato detto diverse volte, è quello di risparmiare un 15% di energia di modo da poter passare i mesi più freddi senza restrizioni più gravi (razionamenti e addirittura black-out controllati).

Va bene, ci può stare, ma perché a partire da settembre visto che mancano diversi mesi al momento di attesa criticità? E perché proprio l'elettricità? Non è per sua definizione un qualcosa che non si può stoccare? Interrogativi leciti ai quali la Confederazione non ha mai davvero risposto in maniera esaustiva. O meglio, non ha mai voluto spiegare il complesso sistema che regola uno scenario energetico che non è solo nazionale, ma europeo.

Un primo concetto chiave è che non c'è una "nostra" energia (inteso nel senso di energia svizzera) ma c'è un'energia europea, il secondo è invece il concetto stesso di energia: che finisce per mettere sullo stesso piano elettricità, gas e idrocarburi. Il motivo? Perché questi ultimi due vengono utilizzati dalle centrali termoelettriche per generare potenza. Questa cosa è vera soprattutto in alcuni Paesi europei (su tutti Germania e Italia) dai quali siamo soliti rifornirci.

Quando noi lasciamo gli schermi in stand-by del nostro computer a Savosa, è possibile che finiamo per intaccare - anche se in maniera infinitesimale - una riserva di gas in un tank - tedesco, italiano o francese che sia - al quale, questo inverno, non potremmo più accedere quando la produzione idroelettrica elvetica finirà per scemare.

«Il mercato dell'energia funziona così con grandi scambi di elettricità a ridosso della frontiera con i Paesi vicini alla quale la Svizzera - soprattutto durante l'inverno - è da sempre fortemente legata», spiega alla NZZ l'analista di BKW Andreas Jöckel, «riducendo anche di poco il consumo elettrico oggi, si preserva una grande quantità di gas all'estero che potrà essere utile più in là».

Ok ma se noi risparmiamo adesso, l'elettricità “svizzera” che avanza dove va a finire? Anche qui è fondamentale guardare al grande disegno: l'immissione di energia in disavanzo sulle reti dei nostri vicini, permetterà anche quello un risparmio di gas nei "vicini" che permetterà di mantenere le riserve nei prossimi mesi. Vero è che si tratta di riserve stoccate al di fuori dei nostri confini nazionali alle quali hanno accesso in primo luogo quegli stessi Paesi.

Un minore consumo elettrico però porta benefici anche sul suolo elvetico, perché permette alle centrali idroelettriche svizzere - che producono la stragrande maggioranza dell'elettricità rossocrociata - di utilizzare meno acqua dai bacini. Questi potranno così riempirsi a sufficienza per l'inverno che sta arrivando, e anche per il resto del 2023.

Al momento questi sono pieni all'80%, che sembra tanto ma in realtà è ben al di sotto della media degli anni precedenti. Attenendosi al 15% delineato dalla Confederazione, «in linea di massima si potrebbe ipotizzare un riempimento al 100% dei bacini», conferma sempre al quotidiano zurighese l'Ufficio federale dell'energia (Ufe). Questo, però, solo se si rientrerà nella norma per quanto riguarda le precipitazioni che in questo 2022 sono state estremamente scarse.

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