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SVIZZERAChi è il vero responsabile della crisi energetica?

07.09.22 - 06:30
È scontro totale in politica, ma in realtà... «non è colpa né della destra, né della sinistra»
20 Min
La Svizzera ha sbagliato strategia energetica?
La Svizzera ha sbagliato strategia energetica?
Fonte 20 Minuten
Chi è il vero responsabile della crisi energetica?
È scontro totale in politica, ma in realtà... «non è colpa né della destra, né della sinistra»
Le considerazioni dell'esperto di energia Michael Höckel

BERNA - L'aumento dei prezzi dell'elettricità e l'incombente penuria stanno portando ad accesi dibattiti su chi sia il responsabile della crisi energetica.

Mentre i deputati dei partiti borghesi incolpano l'ex consigliera federale Doris Leuthard e l'attuale ministra dell'Energia Simonetta Sommaruga per le politiche portate avanti negli anni («deve ammettere che la Strategia energetica 2050 è un fallimento», ha ad esempio detto il democentrista Thomas Matter), la sinistra accusa il PLR e l'UDC, che hanno tra l'altro «sistematicamente impedito l'espansione delle energie rinnovabili».

Ma chi è il vero responsabile della crisi attuale? L'esperto di energia Michael Höckel, dell'Università di Scienze Applicate di Berna, sostiene di avere la risposta.

«Nessuno»
Di chi è la colpa? In realtà, la responsabilità principale non è da attribuire a nessuno, secondo Höckel. Per l'esperto, la causa principale della crisi energetica in Svizzera riguarda i rapidi cambiamenti avvenuti all'estero, come i problemi di produzione di elettricità nei Paesi vicini.

«In Francia le centrali nucleari funzionano solo a capacità ridotta, in Germania molte centrali nucleari sono già state spente e l'energia solare ed eolica non sono ancora sufficientemente disponibili». Allo stesso tempo, le centrali elettriche a gas possono essere rifornite di combustibile solo con difficoltà e a costi elevati, ha dichiarato Höckel. «Credo che nessuno avrebbe potuto prevedere questo rapido sviluppo». Anche la guerra in Ucraina ha influito su questo aspetto.

Un altro fattore che ha contribuito alla crisi energetica è stata la liberalizzazione del mercato dell'elettricità, ha detto Höckel a 20 Minuten. «I fornitori sono stati colti di sorpresa dalle dinamiche del mercato elettrico. Il mercato degli acquirenti è diventato in breve tempo un mercato dei venditori, con variazioni estreme dei prezzi».

«È ora di guardare al futuro»
È comunque chiaro che lo scontro in Parlamento sul tema (con alcuni partiti che ritardano l'espansione delle energie rinnovabili, mentre allo stesso tempo altri partiti chiedono l'abbandono graduale di tecnologie collaudate) sia problematico. «Anche se non sarebbe comunque cambiato molto in vista del prossimo inverno, questo mostra il problema centrale della politica nell'attuazione della strategia energetica».

Basta quindi controversie legate al breve termine, per Höckel è fondamentale mettere al primo posto l'interesse generale a lungo termine: «I politici hanno il dovere di stabilire la rotta. Soprattutto per quanto riguarda gli impianti di accumulazione, si dovrebbero sfruttare le potenzialità ancora esistenti».

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COMMENTI
 

Meck1970 1 anno fa su tio
l'importante per tutti i politici è darsi le colpe. Non vogliono mai trovare una soluzione. Solo interessi.

marco17 1 anno fa su tio
È invece colpa un po' di tutti. Di chi demonizza l'energia nucleare e spera di sostituire le centrali atomiche con le pale eoliche, di chi ha spinto l'integrazione europea del mercato elettrico e di chi si oppone ad accordi ragionevoli con l'UE, di chi ha voluto la liberalizzazione del mercato distruggendo il servizio pubblico e di chi, come molti comuni, continuano a prelevare il pizzo sul monopolio per la fornitura di energia elettrica. L'unica soluzione sarebbe di nazionalizzare la produzione di energia elettrica.

Geni986 1 anno fa su tio
Invece di litigare è ora di darsi finalmente una mossa, che era fattibile già durante gli ultimi vent'anni. Abbiamo la grandissima fortuna di avere molti e capienti bacini idroelettrici. Questi devono essere sfruttati quali batterie (accumulatori). E pannelli fotovoltaici e pale eoliche ovunque possibile. Unica via percorribile e che ci porterebbe ad essere indipendenti dagli altri paesi!!! Dovrebbe piacere anche alla destra quest'ultima frase, quindi dov'è il problema?!

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a Geni986
I bacini idroelettrici sono già usati come accumulatori, bisognerebbe vedere se c'è la possibilità di fare nuovi grandi impianti. In ogni caso le pale eoliche sono sempre soggette a ricorsi continui e a decenni di pratiche burocratiche (l'impianto sul Gottardo ha impiegato due decenni di progettazione e ''accettazione'' e solo due estati per la costruzione). Quella che proponi non è la sola via percorribile, ci sono varie soluzioni, la più intelligente è diversificare il più possibile, cosa che la politica non ha voluto fare con la strategia energetica 2050, ecco i risultati.

Elisa_S 1 anno fa su tio
Dobbiamo indipendentemente dalla crisi energetica, pensare alla crisi ecologica, allo spreco di beni preziosi come acqua e all impatto che la quotidianità alle nostre latitudini ha sull ambiente. Aumento dei costi di acqua, energia, carburante... obiettivo meno consumo. Quello che però andrebbe assolutamente fatto e fatturare in base al reddito. Perché come per il principio delle multe....per i ricchi queste spese impreviste non fanno molta differenza e di conseguenza non cambiano comportamento. Forse è ora che un politico abbia il coraggio di tirare in ballo la questione sociale e morale.

Elisa_S 1 anno fa su tio
Risposta a Elisa_S
Ovviamente per le industrie servirebbe un simile approccio tenendo in considerazione (fatturato, utile) e la tipologia di servizio o bene di consumo offerto/prodotto (cliente finale) . Perché l energia per produrre il pane deve costare meno che quella per produrre un automobile per intenderci.

Sarà 1 anno fa su tio
Risposta a Elisa_S
Ok per l'attenzione all'ambiente, ma sul risparnio, in fatto di elettricità, non c'è grandissimo spazio. La sostituzione degli impianti di riscaldamento a olio con pompe di calore e la mobilità elettrica hanno fatto aumentare esponensialmente il fabbisogno di energia elettrica. La posa di una pala eolica, tra ricorsi e referendum, richiede quasi una ventina d'anni, così come l'innalzamento di una diga. La posa di un pannello solare, con le menate della protezione del paesaggio, costringe chi vuole fare questo investimento a ricorsi, magari fino al tribunale federale con spese che superano quelle della posa del pannello.

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a Elisa_S
Questa è la più grande baggianata che io abbia mai letto. In primo luogo chi sei tu e chi sono i politici per dire quale sia la morale giusta e quella sbagliata. In secondo luogo chi ti da il diritto di decidere chi sia meritevole di pagare meno la corrente elettrica e su quale base. Tu proponi una vera e propria discriminazione ingiustificata, come tale è una vergogna.

Sarà 1 anno fa su tio
Risposta a Elisa_S
Una certa distinzione viene già fatta tramite l'IVA. Sui beni di prima necessità è il 2.5 %, mentre sulle auto il 7.7 %. Per quanto riguarda l'energia elettrica, è vero che le aziende hanno potuto sfruttare il libero mercato pagando la metà rispetto al piccolo consumatore che non poteva scegliere il fornitore. Ora le aziende sono vittime del libero mercato. Chi ha voluto la liberalizzazione del mercato dell'elettricità?

Elisa_S 1 anno fa su tio
Risposta a Mattiatr
Discriminazione...fare pagare ai ricchi di più ? Allora anche per le tasse ? Noi a titolo di esempio nel nostro cantone paghiamo la scuola pomeridiana in base al reddito...e discriminazione. E il principio della convenzione di Kyoto si cosa si basa ? Ma vai a informarti per favore. E fai quattro calcoli sull impatto di mille franchi all anno per una classe a basso reddito e una ad alto reddito.

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a Elisa_S
Io mi riferivo al secondo commento, dove hai detto che l'energia per produrre il pane deve costare meno rispetto a quella per fabbricare auto. Sinceramente non mi pare una buona idea far dire dallo stato (quindi dai politici) cosa sia più meritevole d'esser prodotto tramite disincentivi (costo maggiorato dell'energia), questo perché poche persone non sono in grado di gestire l'economia (non per niente è materia di ricerca). Per la ridistribuzione c'è già la tassazione progressiva con gli strumenti di welfare state, in particolar modo a sostegno delle classi meno abbienti, non ha senso intervenire pure sul prezzo di beni e servizi. In primo luogo è un buon sistema per complicarsi la vita (come lo gestisci? inserisci il consumo energetico nella dichiarazione delle imposte? chi verifica? come lo ponderi?) e in particolar modo sulle imprese, su chi pensi verrebbe scaricato il costo energetico? Quella che ho definito discriminazione (probabilmente impropriamente) è per intendere la manipolazione del mercato per fini morali, cosa che storicamente ha portato solo danni (se il fine fosse una riduzione d'emissioni o qualcosa di pragmatico ancora potrei capire, ma motivi etici definiti a pancia sinceramente no).¶ Per quanto riguarda le multe sarei anche idealmente d'accordo, il problema è che richiedere la dichiarazione dei redditi alla Germania perché un tedesco viaggiava a 150 in autostrada sarebbe un po' complesso.

SteveC 1 anno fa su tio
Il vero responsabile è la nostra smania di libero mercato e globalizzazione. Ci sono alcune cose che andrebbero gestite in casa, proprio per evitare situazioni come questa, ma non è trendy.

MissKirova 1 anno fa su tio
Risposta a SteveC
Esatto. La globalizzazione ha solo peggiorato la qualità della vita. È servita solo a fare gli interessi di pochi maiali.

Sarà 1 anno fa su tio
Risposta a SteveC
Esatto. Ai grandi consumatori la liberalizzazione andava bene fin quando, in regime di concorrenza e con contratti pluriennali, pagavano l'energia elettrica 6 cts al Kw, quando il piccolo consumatore non aveva scelta e pagava 14 Cts.. Ora i grandi consumatori si ritrovano a stipulare nuovi contratti a prezzi decuplicati, quindi vorrebbero tornare al regime precedente la liberalizzazione.
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