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BERNAPreventivo 2023 positivo, ma ci sono nubi all'orizzonte

29.06.22 - 13:30
Dal 2024 in poi le direttive del freno all'indebitamento non potranno essere rispettate e serviranno contromisure.
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Fonte ats
Preventivo 2023 positivo, ma ci sono nubi all'orizzonte
Dal 2024 in poi le direttive del freno all'indebitamento non potranno essere rispettate e serviranno contromisure.
In realtà i conti chiuderanno positivi unicamente perché i costi relativi alle persone fuggite dall'Ucraina, pari a 1,7 miliardi di franchi, verranno contabilizzati a titolo straordinario

BERNA - I conti della Confederazione dovrebbero chiudersi l'anno prossimo con una eccedenza di 0,3 miliardi. È quanto prevede il preventivo 2023 adottato oggi dal Consiglio federale. Nubi si affacciano però all'orizzonte: dal 2024 in poi le direttive del freno all'indebitamento non potranno essere rispettate e sarà quindi necessario adottate contromisure.

Positivo per cavilli burocratici - In conferenza stampa, il ministro delle finanze Ueli Maurer ha precisato che i conti 2023 chiuderanno positivi unicamente perché i costi relativi alle persone fuggite dall'Ucraina, pari a 1,7 miliardi di franchi, verranno contabilizzati a titolo straordinario. Ciò è dovuto al fatto che queste spese sono riconducibili a un'evoluzione che la Confederazione non può controllare e non possono essere compensate nel bilancio ordinario.

A differenza degli anni precedenti, la spesa relativa al Covid-19 viene invece nuovamente inclusa al bilancio ordinario. Il budget 2023 prevede 180 milioni per i test di depistaggio, 1,4 miliardi in meno rispetto al 2022, e 230 milioni per i vaccini (-320 milioni). Essendo il sostegno alla cultura e allo sport non rinnovato, la Confederazione risparmierà 230 milioni. A ciò si aggiunge, grazie alla ripresa economica, l'aumento delle entrate correnti.

Malgrado ciò, il contributo finanziario proveniente dal conto economico (autofinanziamento) non sarà sufficiente a coprire gli investimenti previsti. Per il 2023 è quindi atteso un deficit di finanziamento pari a 900 milioni, ha spiegato Maurer.

Questo nuovo indebitamento, ha proseguito il consigliere federale, è per la maggior parte riconducibile al bilancio ordinario, anche se sul piano congiunturale sarebbe ammesso un deficit di finanziamento ordinario un po' più elevato. Il freno all'indebitamento viene quindi rispettato con un margine di manovra di 200 milioni.

Nubi sul futuro - Lo stesso non si può dire per gli anni futuri: secondo la situazione attuale del piano finanziario 2024-2026 il freno alle spese non sarà rispettato. Allo stadio attuale saranno pertanto necessarie correzioni dell'ordine di 1,1-1,3 miliardi.

Il motivo risiede nel forte incremento delle uscite in particolare per i pagamenti transitori dovuti alla mancata associazione al programma di ricerca europeo "Orizzonte Europa" e al controprogetto indiretto all'iniziativa per i ghiacciai.

A ciò va aggiunta la decisione del Parlamento di aumentare il budget dell'esercito al una quota pari all'1% del PIL entro il 2030. Secondo Maurer la spesa sarà di 9,3 miliardi. Nei dibattiti in Parlamento si è parlato di 7 miliardi, «ma ciò non tiene conto dell'andamento del PIL», ha precisato il ministro delle finanze.

E altre spese potrebbero aggiungersi in futuro: Maurer ha citato il controprogetto all'iniziativa per premi meno onerosi, che costerà da solo 1,3 miliardi, il passaggio all'imposizione individuale o l'abolizione del valore locativo. C'è poi l'incertezza legata alla crisi ucraina,

Freno all'indebitamento - Tenendo conto del freno all'indebitamento queste spese non possono essere finanziate, ha sostenuto Maurer. Nel peggiore dei casi, il deficit potrebbe salire a 7 miliardi nel 2026. Non si tratta di uno scenario irrealistico, ha detto la direttrice dell'Amministrazione federale delle finanze (AFF) Sabine D'Amelio-Favez.

Insomma le incertezze sono grandi, anche perché se le entrate dovrebbero aumentare in modo regolare, un loro calo non può essere escluso. Secondo D'Amelio-Favez, che ha citato la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), ciò potrebbe verificarsi in caso di interruzione delle forniture di gas dalla Russia e di recessione in Europa. C'è poi l'incognita dell'inflazione che potrebbe avere un effetto inibitorio sui consumi.

Ecco perché, secondo Maurer, è importante che il Parlamento non decida nuove spese. L'alternativa è aumento delle imposte. Una eventualità non auspicata dal consigliere federale. «Una possibilità che del resto non avrebbe alcuna possibilità in votazione», ha sostenuto.

Il Consiglio federale intende quindi affrontare la questione a partire dalla seconda metà dell'anno. Il bilancio 2024 deve soddisfare i requisiti del freno all'indebitamento. «Dovremo fare uno sforzo nei prossimi anni per riprendere il controllo delle finanze», ha affermato Maurer.

Dettagli preventivo 2023 - Nel dettaglio, il preventivo 2023 prevede entrate totali per 81,3 miliardi. Queste superano di 1,7 miliardi la stima per il 2022 (+2,1%). L'IVA e l'imposta federale diretta contribuiscono notevolmente a questa crescita (+0,8 miliardi ciascuna) così come le entrate non fiscali (+0,5 miliardi).

Allo stesso tempo, si prevedono entrate straordinarie per 1,6 miliardi, date in particolare dalla distribuzione supplementare della Banca nazionale svizzera (1,3 miliardi) e da un dividendo speciale generato dalla vendita di RUAG International (200 milioni).

Le uscite totali sono da parte loro stimate in 82,2 miliardi, 1,7 dei quali, come detto, contabilizzate a titolo straordinario. Al netto delle spese "ucraine" la crescita rispetto al preventivo 2022 è pari al 3,4% (+2,7 mia.).

Tra le spese si nota l'aumento delle uscite per la sicurezza (+5,9%). Ciò è principalmente riconducibile all'incremento di fondi deciso dal Parlamento a favore dell'esercito.

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