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SVIZZERAUn freno per evitare che la Svizzera arrivi a dieci milioni di abitanti

03.06.22 - 08:50
Secondo i democentristi il paese si trova di fronte a un collasso dovuto all'immigrazione. E preparano un'iniziativa
Archivio Depositphotos
Fonte 20 Minuten / Marino Walser
Un freno per evitare che la Svizzera arrivi a dieci milioni di abitanti
Secondo i democentristi il paese si trova di fronte a un collasso dovuto all'immigrazione. E preparano un'iniziativa

BERNA - Attualmente la Città di Zurigo conta 440'181 abitanti. Non erano mai così tanti. E la percentuale di cittadini stranieri è il doppio di sessant'anni fa. Ma anche a livello nazionale la crescita demografica avanza rapidamente: soltanto tra il 2000 e il 2020 la popolazione elvetica è aumentata del 21%. Se si andrà avanti a questo ritmo, nel 2040 la Svizzera avrà dieci milioni di abitanti, secondo le stime dell'Ufficio federale di statistica. In casi estremi, tale soglia potrebbe essere raggiunta già nel 2035.

Sono prospettive che ora l'UDC intende sfruttare per lanciare una nuova iniziativa volta a porre un freno alla crescita demografica. E lo fa dopo che nel settembre del 2020 il popolo aveva bocciato l'Iniziativa per la limitazione, con cui si chiedeva la fine della libera circolazione delle persone con l'Unione europea. Stavolta si guarda ai paesi terzi. «La proposta mira a garantire che tra pochi anni la Svizzera non abbia più di dieci milioni di abitanti» afferma il capogruppo UDC Thomas Aeschi, interpellato da 20 Minuten.

Aeschi non fornisce ulteriori dettagli sull'iniziativa e sulla sua attuazione. Ma conferma che saranno proposte delle formulazioni ben precise. È chiaro che l'intenzione è di limitare l'immigrazione fissando alcuni requisiti nella Costituzione. «In futuro, per esempio, dobbiamo impedire che vengano in Svizzera persone con scarse qualifiche o che pesano sul nostro sistema sociale» afferma il parlamentare, secondo cui l'attuale strategia senza limiti porterebbe il paese in un vicolo cieco. E occorrerebbe, inoltre, assicurare che i rifugiati temporaneamente ammessi nel nostro paese tornino poi effettivamente nel loro paese d'origine.

Il presidente UDC Marco Chiesa ritiene che tale iniziativa sia necessaria, in quanto nel 2010 il popolo aveva approvato l'espulsione dei criminali stranieri. Ma i problemi non sono ancora stati risolti. «A causa della cosiddetta “clausola di rigore”, persino gli stupratori possono rimanere in Svizzera» osserva Chiesa. In questo modo non sarebbe rispettata la volontà del popolo. Inoltre, la Svizzera si troverebbe di fronte a un collasso dovuto all'immigrazione: «Gli affitti stanno aumentando molto, le persone sono stressate perché c'è troppa gente in uno spazio ristretto, la pressione salariale è alta e ci sono problemi di traffico. Non si può andare avanti così» dice il presidente nazionale dell'UDC.

Nessun sostegno dagli altri partiti - A sinistra le intenzioni dell'UDC non trovano consensi. I Verdi, ad esempio, si dicono infastiditi dai progetti democentristi. «La politica dell'UDC è triste e degradante» afferma la consigliera nazionale Katharina Prelicz-Huber (Verdi), secondo cui una Svizzera con dieci milioni di abitanti non avrebbe un numero maggiore di problemi rispetto ad adesso.

Per la deputata il fatto che l'UDC si voglia nuovamente mobilitare contro gli stranieri e per un contingente migratorio sarebbe mera polemica. «Nel settore sanitario, un terzo di tutti i dipendenti proviene dall'estero. Durante la pandemia, ne eravamo felici» afferma.

Anche da parte del PS giunge un parere negativo per l'iniziativa prevista dall'UDC. Il consigliere nazionale socialista Fabian Molina afferma, su richiesta, che il problema dell'inquinamento ambientale in Svizzera non è il risultato di una maggiore immigrazione, ma piuttosto della mancata transizione energetica. «È un'idea sbagliata pensare che limitando l'immigrazione si possano risolvere i nostri problemi energetici» conclude.

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