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«Arriveranno in Svizzera ancora oltre 10'000 rifugiati al mese»

SVIZZERA«Arriveranno in Svizzera ancora oltre 10'000 rifugiati al mese»

20.05.22 - 13:24
Le autorità tracciano un bilancio intermedio sull'accoglienza dei profughi nel nostro paese
Screenshot video admin.ch
«Arriveranno in Svizzera ancora oltre 10'000 rifugiati al mese»
Le autorità tracciano un bilancio intermedio sull'accoglienza dei profughi nel nostro paese

BERNA - Sono passati quasi tre mesi da quando, lo scorso 24 febbraio, in Ucraina è scoppiata la guerra. Un conflitto che ha costretto almeno 6,4 milioni di persone a lasciare il paese. Sono oltre cinquantamila quelle che hanno sinora cercato e ricevuto rifugio in Svizzera.

La ministra della giustizia Karin Keller-Sutter e Nathalie Barthoulot, presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali, hanno stilato un bilancio intermedio sull'accoglienza dei rifugiati nel nostro paese.

In questi tre mesi ha cercato rifugio in Svizzera il triplo delle persone che di solito arrivano in un anno, ha esordito Keller-Sutter. In genere, in un mese le autorità hanno a che fare con circa 1'400 richieste di asilo. Nelle ultime settimane numeri del genere si registravano in un solo giorno, con picchi di 1'800 domande.

«Se siamo stati in grado, in Svizzera, di accogliere in poco tempo tale numero di persone è perché abbiamo rapidamente attivato lo statuto di protezione S» ha spiegato ancora la consigliera federale.

Venticinquemila profughi presso privati - «La situazione è sotto controllo». La cooperazione tra Confederazione, Cantoni, Comuni e organizzazioni di aiuto umanitario sta funzionando bene, ha assicurato.  La Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha portato i posti disponibili da 6'000 a 9'000. «Anche i Cantoni si sono attivati rapidamente. E sinora oltre 25'000 persone hanno trovato accoglienza presso privati».

Molti profughi cercavano rifugio nei principali centri urbani. Una situazione, questa, dovuta al fatto che temevano che nelle campagne i servizi e le infrastrutture non fossero in buone condizioni. «È un'immagine che si portano dietro dal loro paese ma che non vale per l'Occidente».

Sinora alla Confederazione l'accoglienza dei profughi è costata circa 1,2 miliardi di franchi, ha spiegato la ministra della giustizia. E per le spese future, dipende tutto dall'afflusso e dallo sviluppo della guerra. «Non è prevedibile».

Situazione «tranquillizzata», ma «la guerra non è finita» - Negli scorsi giorni la situazione si è «tranquillizzata». La SEM dispone di appuntamenti liberi per la registrazione e può ridurre le pendenze. Ma la guerra non è ancora finita: è prevedibile che continueranno a cercare protezione in Svizzera oltre 10'000 persone al mese provenienti dall'Ucraina

E le sfide, anche per il futuro prossimo, non mancano. Tra queste la scolarizzazione di circa dodicimila giovani ucraini. «Nessuno sa quando finirà il conflitto, al momento arrivano circa 400 persone al giorno». Nel contempo i Cantoni hanno organizzato costantemente nuovi alloggi.

Lo statuto S e il ritorno in Ucraina - Si contano interrogativi relativi allo statuto di protezione speciale. Per esempio per quei rifugiati che tornano per un breve periodo in Ucraina. «Per un soggiorno superiore ai quindici giorni, si perde il permesso in Svizzera». Ma non è ancora chiaro se questi quindici giorni siano da considerare sull'arco di un anno o di un trimestre.

A seguito di una domanda posta dai giornalisti, Keller-Sutter ha inoltre spiegato che non è possibile limitare il rilascio dello statuto S a persone provenienti esclusivamente da determinate regioni dell'Ucraina. «Una limitazione o un'abolizione del permesso sarebbe possibile solo assieme agli altri paesi dell'area Schengen» ha aggiunto.

In determinati casi la richiesta per lo statuto S è stata respinta. Non è al momento noto quanti siano gli abusi. Vi potrebbero anche essere degli abusi da parte di detentori di statuto S in altri paesi Schengen che si sono registrati anche in Svizzera. Non è infatti disponibile una banca dati comune.

«Una situazione inedita» - «Quella in cui ci troviamo è una situazione inedita dalla Seconda guerra mondiale» ha affermato anche Barthoulot, che ha ringraziato tutta la solidarietà e i privati che si sono attivati per accogliere i numerosi rifugiati che sono arrivati in Svizzera. «I bambini sono stati integrati rapidamente nelle scuole».

Non tutto è comunque andato liscio. Per esempio, ha osservato Barthoulot, ci sono state delle disparità nella ripartizione dei profughi nei cantoni. Ora la situazione è più o meno equilibrata.

Le persone che arrivano dall'Ucraina si trovano in una situazione «fragile» e richiedono - ha spiegato - una presa a carico particolare, in cui è necessario assicurare la scolarizzazione dei giovani e l'accesso al mercato del lavoro degli adulti.

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