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SVIZZERALa Svizzera potrebbe finire nel mirino degli hacker russi

25.03.22 - 10:15
Anche la Confederazione ha applicato le sanzioni contro la Russia. E potrebbe così diventare un cyber-bersaglio
Imago
Fonte 20 Minuten / Thomas Obrecht
La Svizzera potrebbe finire nel mirino degli hacker russi
Anche la Confederazione ha applicato le sanzioni contro la Russia. E potrebbe così diventare un cyber-bersaglio

ZURIGO - «Ci sono indicazioni secondo cui il Cremlino starebbe valutando attacchi informatici contro infrastrutture critiche americane». Con queste parole il presidente statunitense Joe Biden ha attirato l'attenzione delle aziende occidentali, che stanno ora riconsiderando i propri standard di sicurezza. Lennart Maschmeyer, esperto di cybersicurezza in seno al Politecnico federale di Zurigo, ritiene che la preoccupazione di Biden sia giustificata: «La possibilità di attacchi informatici è piuttosto reale» afferma.

Già da diverse settimane si registrano, infatti, cyberattacchi contro l'Occidente. Il giorno precedente l'invasione russa, ignoti hanno per esempio preso di mira un satellite europeo, interrompendo le comunicazioni delle forze di sicurezza ucraine. E nonostante sia molto difficile ricondurre tali azioni ad hacker russi, da un punto di vista della Russia avrebbe comunque un senso strategico reagire alle sanzioni con attacchi informatici, osserva Maschmeyer.

I possibili scenari comprendono l'interruzione delle catene di approvvigionamento e il disturbo delle transazioni finanziarie o delle infrastrutture centrali. Si tratta dunque di attacchi a società di logistica, a fornitori di servizi finanziari o gasdotti. Un esempio recente è la chiusura del terminal di scarico nei porti di Rotterdam e Anversa, che ha bloccato le forniture europee di petrolio e carburante.

Ma non si parla soltanto di obiettivi all'estero. «Dato che ha aderito alle sanzioni contro la Russia, anche la Svizzera è un possibile bersaglio» afferma l'esperto. «Anche in paesi con misure di sicurezza accurate, sono sempre presenti dei punti vulnerabili».

Da un punto di vista strategico, Maschmeyer ritiene però che altri paesi siano più minacciati. Per esempio gli Stati Uniti, che attualmente «hanno posto la massima priorità sugli attacchi hacker, in quanto fornitore chiave di armi per l'Ucraina e forza trainante delle sanzioni» conclude.

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