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SVIZZERA«Alla Svizzera non serve un presidente che manifesta»

21.03.22 - 00:20
L'UDC a muso duro contro il presidente della Confederazione Ignazio Cassis.
Keystone
Fonte 20Minuten/Dafina Eshrefi
«Alla Svizzera non serve un presidente che manifesta»
L'UDC a muso duro contro il presidente della Confederazione Ignazio Cassis.
E, dopo le critiche a Nestlé fatte sabato in collegamento con Berna dal premier ucraino Zelensky, anche a sinistra c'è chi prende le difese della multinazionale.

BERNA - Tutti in piazza in sostegno dell’Ucraina sabato nella capitale. Ma la presenza del presidente Ignazio Cassis, che ha tenuto il discorso introduttivo della manifestazione, non è stata gradita da tutti. 

«Un presidente federale che manifesta è l’ultima cosa di cui la Svizzera ha bisogno ora», ha scritto l’UDC su Twitter. «A quanto pare Ignazio Cassis non capisce il ruolo della Svizzera neutrale: la diplomazia destinata a fare la differenza non si svolge pubblicamente nella Bundesplatz!». 

Anche il consigliere nazionale Nik Gugger, del Partito evangelico svizzero, è rimasto deluso dall'intervento del presidente, anche se per ragioni opposte: «Cassis ha parlato della nostra tradizione umanitaria. Un vero segnale sarebbe l'invio immediato di materiali protettivi come caschi e giubbotti antiproiettili in ​​Ucraina per le persone vulnerabili!» Paesi come Finlandia, Giappone, Austria e Svezia, sostiene, lo avrebbero fatto già da tempo.

Riguardo alle critiche a Nestlé, che non ha ancora disertato il mercato russo, sono diversi i politici, anche di sinistra, che prendono le difese della multinazionale. «Ritirando i generi alimentari di base, si danneggia il popolo russo, non Putin», commenta il consigliere nazionale socialista Matthias Aebischer. «Molti russi sono contrari alla guerra di Putin tanto quanto noi».

Anche il sindaco di Berna Alec von Graffenried, che sabato è stato uno degli interlocutori della manifestazione, ha delle riserve sul condannare Nestlé. «Secondo me, la Svizzera deve colpire principalmente l’élite russa. Questo si fa attraverso le sanzioni economiche, come il ritiro dei visti e le restrizioni di viaggio». Con uno stop alla consegna dei generi alimentari di base, invece, si tocca il popolo russo, conclude.

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