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SVIZZERALa Svizzera cede 15 milioni di dosi di vaccino all'estero

23.02.22 - 16:51
Lo farà entro la metà di quest'anno e a condizione che il fabbisogno nazionale resti quello attuale.
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La Svizzera cede 15 milioni di dosi di vaccino all'estero
Lo farà entro la metà di quest'anno e a condizione che il fabbisogno nazionale resti quello attuale.
I vaccini in eccesso verranno donati in via prioritaria attraverso il meccanismo multilaterale dell’iniziativa COVAX.

BERNA - Fra i vari punti trattati dal Consiglio federale nella sua seduta odierna, si è discusso anche del fabbisogno e dell’impiego dei vaccini anti-COVID-19 nel 2022. L’obiettivo principale rimane quello di garantire l’approvvigionamento della popolazione, tenendo però conto dei diversi scenari pandemici ipotizzabili. Proprio per questo, il Governo ha deciso di cedere un massimo di 15 milioni di dosi di vaccino ad altri Paesi entro la metà del 2022, se queste non sono destinate a essere somministrate in Svizzera. «In questo modo la Svizzera contribuisce a garantire che il maggior numero possibile di persone abbia accesso a vaccini anti-COVID-19 efficaci e sicuri in tutto il mondo», spiega l'esecutivo. Il Consiglio federale ha inoltre deciso di acquistare in modo centralizzato medicamenti per proteggere le persone immunodepresse da un’infezione da COVID-19.

Per il 2022 la Svizzera ha a disposizione circa 34 milioni di dosi di vaccino, di cui 20 milioni per il primo semestre e 14 milioni per il secondo semestre. Qualora dovesse rendersi necessaria un’ulteriore vaccinazione di richiamo, l’approvvigionamento della popolazione svizzera sarebbe garantito in qualsiasi momento, viene comunque assicurato. Questa strategia d’acquisto garantisce, tra l'altro, che la Svizzera disponga sempre dell'ultima variante di vaccino disponibile presso i rispettivi produttori (a condizione che sia stata omologata da Swissmedic).

Con la sua strategia di acquisto, il Consiglio federale ha assicurato la disponibilità permanente dei vaccini migliori. Per attenuare il rischio di fallimento di una determinata tecnologia o d'inadempimento di un fabbricante - ricordiamo - ha acquistato più dosi di quelle necessarie per vaccinare l’intera popolazione. Il Consiglio federale ha quindi deciso di cedere un massimo di 15 milioni di dosi entro la metà dell’anno, se queste non sono destinate a essere somministrate in Svizzera.

I vaccini in eccesso verranno donati in via prioritaria attraverso il meccanismo multilaterale dell’iniziativa COVAX. «Sin dall’inizio della lotta globale contro la pandemia, la Svizzera si è impegnata a garantire che il maggior numero possibile di persone abbia accesso a vaccini anti-COVID-19 efficaci e sicuri in tutto il mondo», ricorda infine il Governo. In tal senso, nel giugno 2021 il Consiglio federale ha deciso di donare quattro milioni di dosi del vaccino AstraZeneca. Nel dicembre 2021, d’intesa con COVAX, la Svizzera ha inoltre posticipato la fornitura di un milione di dosi del vaccino Moderna affinché l’iniziativa COVAX potesse beneficiare direttamente delle capacità produttive rese così disponibili.

Medicamento per persone immunodepresse - Nella seduta odierna il Consiglio federale si è occupato anche delle persone che non riescono a sviluppare una protezione immunitaria nemmeno dopo diverse vaccinazioni contro il SARS-CoV-2. Si tratta in particolare di persone immunodepresse che presentano gravi patologie di base (p. es. deficienze immunitarie congenite), che seguono una terapia farmacologica che influisce fortemente sul sistema immunitario o che lo inibisce oppure che si sono sottoposte a un trapianto di organo o cellule staminali.

Questi soggetti sono estremamente vulnerabili al SARS-CoV-2. In futuro potranno beneficiare di una protezione preventiva grazie a nuovi medicamenti la cui omologazione è prevista nel 2022. Il Consiglio federale ha deciso di concordare garanzie di acquisto con i fabbricanti per potersi procurare rapidamente questi medicamenti e metterli a disposizione degli interessati. I medicamenti per l’immunizzazione passiva saranno acquistati in modo mirato per questo gruppo di persone vulnerabili e non serviranno quale alternativa alla vaccinazione per la popolazione generale.

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