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SVIZZERAIl video dei militari umiliati scuote la politica

18.02.22 - 15:38
Costretti a strisciare a terra, bastonati e presi a calci.
20 Minuten
Il video dei militari umiliati scuote la politica
Costretti a strisciare a terra, bastonati e presi a calci.
Ora c’è chi chiede che rispetto e buone maniere abbiano un maggiore peso nella formazione dei vertici militari.

LIESTAL - Arrivano condanne da più fronti sul video dell’esercito pubblicato ieri in cui si assiste all’umiliazione di due soldati, costretti a strisciare per terra, mentre vengono sgridati, presi a calci e colpiti violentemente con un bastone, da un sottufficiale. Tutto ciò con l’intento di far divertire gli altri militi, stando a quanto ha raccontato il soldato, autore del video.

Non è la prima volta che l'esercito si copre di imbarazzo. Nel 2018 ci fu il caso di alcuni soldati che su ordine di un loro superiore, furono costretti a tirare castagne e pietre contro altri militi. L’anno prima ci fu il caso del soldato che finì per perdere i sensi dopo essere stato percosso con un ramo. E poi regolarmente spuntano video di iniziazioni di matricole e pratiche di nonnismo che poco onore fanno all’esercito svizzero. 

Il video di ieri ha iniziato a fare il giro della rete, e oggi i politici prendono posizione. «Nell’esercito c’è una tolleranza zero per la mancanza di rispetto, discriminazione e ingiustizia. Tuttavia l’esercito non dovrebbe limitarsi solo a reagire, ma attivarsi nella formazione e insegnamento del rispetto. Ogni militare deve essere consapevole che le sue azioni hanno sempre delle conseguenze» ha dichiarato il consigliere dei Verdi Matthias Zopfi al portale 20 Minuten.

Anche la Consigliera nazionale del PLR è convinta che l’esercito debba intervenire nell’educazione delle buone maniere e del rispetto. Perfino l'UDC, con il consigliere agli Stati, Werner Salzmann, trova parole di condanna: «Se non si è trattato di uno scherzo, allora è un comportamento assolutamente inaccettabile». Ma nessuna critica e colpevolizzazione dell'esercito. «Dato che siamo un esercito di milizia, anche l'esercito è uno specchio della società. E come nella vita di tutti i giorni, ci sono anche lì le cosiddette "uova marce"».

Smorza i toni il consigliere nazionale dell’Udc, Erich Hess, che non vede alcuna necessità di agire, dato che tutti i militari hanno la possibilità di sporgere denuncia con i vertici. «Tali situazioni devono essere risolte internamente» ha dichiarato.

L’esercito: «Non sono molestie» - Non è mancata la risposta da parte dell’esercito: «Questo video non ha nulla a che fare con i nostri valori. Non accettiamo né tolleriamo un simile comportamento», ha tenuto a sottolineare ieri il portavoce dell'esercito Daniel Reist. Sulla vicenda è stata avviata un'indagine disciplinare, e a seconda della perizia si deciderà se attivare o meno la giustizia militare. Nella giornata odierna tuttavia i vertici dell'esercito hanno difeso i fatti avvenuti nel video, affermando che dopo aver interrogato i militari coinvolti hanno potuto appurare che si trattava di "un momento di addestramento". Che l'esercizio era stato illustrato precedentemente ai militi e nessuno si era opposto. «Non sono stati esposti a rischio di lesioni e ognuno di loro sapeva cosa aspettarsi» ha spiegato Daniel Reist, facendo infine notare che «i soldati hanno espresso parole di elogio per l'esercitazione ripresa dal video» e che non si può in alcun modo parlare di molestie. 

I comunisti ticinesi: «Basta nonnismo» - Dal Ticino ha preso posizione il Partito comunista. «Non bastano indagini disciplinari: le modalità di avanzamento e di formazione interna non funzionano, e anzi occorrerebbe trovare il coraggio di rimettere in discussione il principio stesso della milizia alla luce delle effettive esigenze di sicurezza nazionale. Nelle caserme si sta trasmettendo ai giovani una forma mentis problematica che mira a banalizzare la violenza e le vessazioni contro le persone, a ridurre il tutto a una goliardata».

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