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SVIZZERAGli esperti frenano con gli allarmismi su Omicron: «Per ora non vi sono certezze»

21.12.21 - 12:22
Quello dipinto dagli esperti del comitato scientifico tedesco rappresenta lo scenario peggiore possibile.
20 min
Fonte 20 Minuten / Daniel Graf
Gli esperti frenano con gli allarmismi su Omicron: «Per ora non vi sono certezze»
Quello dipinto dagli esperti del comitato scientifico tedesco rappresenta lo scenario peggiore possibile.
L'epidemiologo Antoine Flahault: «Da inizio pandemia spesso si sono fatte previsioni inaffidabili». Il professor Jan Fehr: «L'importante è non farsi prendere dal panico e programmare le strategie giuste».

BERNA - Il grido d'allarme lanciato dagli esperti del comitato scientifico tedesco ha risuonato forte anche nel nostro Paese. La richiesta d'introdurre «urgentemente nuove restrizioni» per arginare la propagazione della variante Omicron «che potrebbe infettare una parte significativa della popolazione contemporaneamente» non ha però convinto tutti.

L'epidemiologo ginevrino Antoine Flahault ha infatti precisato a 20 Minuten che al momento con Omicron non vi siano certezze. «Lo scenario dipinto in Germania deve essere visto come quello peggiore possibile», sottolinea l'esperto ricordando come da inizio pandemia le previsioni si siano spesso rivelate «inaffidabili e inutilmente catastrofiste». Nei giorni scorsi anche gli esperti del Regno Unito avevano tracciato un possibile "worst-case scenario" da 2 milioni di casi positivi al giorno.

Il rapporto tedesco va quindi preso con le pinze, anche se l'elevata trasmissibilità della variante scoperta in Sudafrica potrebbe effettivamente portare al blocco di qualche attività fondamentale. Come già successo, per altro, in Gran Bretagna dove diversi operatori sanitari si sono ammalati contemporaneamente, esacerbando la congestione negli ospedali. E col suo tasso di vaccinazione piuttosto basso e la campagna del booster che procede a rilento, la Svizzera potrebbe essere terreno fertile per Omicron. Ma Flahault vede anche del positivo: «Se Omicron dovesse effettivamente confermare una virulenza più bassa con decorsi meno severi, questo andrebbe a compensare l'elevata trasmissibilità».

Anche il professore Jan Fehr, capo del Dipartimento della salute pubblica dell'Università di Zurigo, ritiene che non ci si debba far prendere dal panico. «Dobbiamo essere coordinati e non perdere la testa. La chiave è avere le strategie giuste con le tempistiche giuste. Il Consiglio federale venerdì ha reagito e vi è da sperare che abbia pure un piano nel caso in cui la situazione dovesse ulteriormente deteriorarsi durante le festività». L'esperto conclude con una metafora: «Stiamo camminando su un ghiaccio sottile che, anche a causa dell'avvento di Omicron, potrebbe spezzarsi da un momento all'altro. Attualmente nessuno sa se il ghiaccio ci sosterrà o finiremo dritti nell'acqua. Quel che dobbiamo fare ora è trovare un modo per uscire immediatamente dall'acqua gelida nel caso il ghiaccio dovesse spezzarsi».

 

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