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SVIZZERA«Prevenire innanzitutto, curare solo se necessario»

19.12.21 - 20:34
Aumentare le capacità ospedaliere anziché imporre il confinamento alle persone non convince gli esperti.
20Minuten/Marvin Ancian
Fonte 20Minutes / Jérôme Faas
«Prevenire innanzitutto, curare solo se necessario»
Aumentare le capacità ospedaliere anziché imporre il confinamento alle persone non convince gli esperti.
L'epidemiologo Antoine Flahault parla di «un pozzo senza fondo». L'UFSP: «Occorre garantire le cure, ma innanzitutto evitare che la gente soffra».

LOSANNA - I parlamentari federali auspicano che i Cantoni aumentino le capacità ospedaliere di riserva per meglio affrontare i futuri picchi epidemici. Mercoledì hanno sancito questo vincolo nella legge Covid-19. In sostanza, sperano in questo modo di poter contenere le restrizioni sanitarie, che hanno lo scopo di limitare il sovraffollamento delle cure intensive. Tuttavia, diversi operatori sanitari sono scettici sull'equazione "più posti letto o ospedali = meno restrizioni".

Considerazione morale e consenso sociale - All'inizio della settimana - quindi prima della decisione delle Camere - 20Minutes aveva chiesto alla Direzione generale della Sanità del Canton Ginevra perché, dall'inizio della pandemia, non avesse cercato di aumentare in maniera duratura la capacità ospedaliera. La Direzione aveva risposto che ciò era stato fatto tramite «una base covid che viene frequentemente rivalutata».

Questa strategia, tuttavia, deve andare di pari passo con le misure di contenimento dell'epidemia - «combattere la morte evitabile dei suoi cittadini è un obiettivo fondamentale dello Stato» - visto che la prevenzione di queste "morti evitabili" scaturisce da una «considerazione morale e da un consenso sociale». Non sarebbe quindi solo la mancanza di personale formato a impedire un aumento delle capacità di cura. «Dobbiamo avere innanzitutto i mezzi per proteggere. Poi, se necessario, portare soccorso». E questo, che i cittadini siano vaccinati o meno.

«Limitare i ricoveri» - L'Ufficio federale della sanità pubblica ha fornito una risposta simile. Rilevando anzitutto che la pianificazione ospedaliera in Svizzera dipende dalla competenza dei Cantoni, ha osservato che «la costruzione degli ospedali richiede un certo tempo, di gran lunga superiore al tasso di aumento dei contagi in Svizzera». Ma soprattutto, l'UFSP ha affermato che il suo obiettivo è duplice: evitare il sovraccarico ospedaliero, certo, «ma anche limitare il numero di persone - in primis le più vulnerabili - che finiscono in ospedale con gravi forma di malattia».

L'epidemiologo Antoine Flahault è altrettanto critico sull'idea di aumentare la capacità ospedaliera per limitare le misure sanitarie. E illustra il suo pensiero con un parallelismo con la sicurezza stradale. Non è costruendo ospedali che riduciamo la mortalità, ma puntando sulla prevenzione: cinture di sicurezza obbligatorie, velocità massima, tasso alcolemico, airbag e ABS, ecc. «Per il Covid è la stessa cosa. Non si tratta di aumentare il numero dei posti letto in terapia intensiva, ma soprattutto di vaccinare con tre dosi quanti più svizzeri possibili».

«Un pozzo senza fondo» - Flahault rileva anche che «nessuna organizzazione internazionale sostiene una strategia di aumento della capacità ospedaliera per l'Europa occidentale, una delle regioni del mondo con le migliori risorse in questo settore». Questa scelta, ha sottolineato, «si basa su una considerazione puramente scientifica in termini di efficacia della risposta: è quasi sempre più efficace privilegiare la prevenzione piuttosto che la cura». La Germania - fa notare ancora - ha più posti letto del Regno Unito, ma è altrettanto in difficoltà di fronte alla pandemia. «A quale livello dello stock ospedaliero saremo finalmente soddisfatti? Questa strategia mi sembra un pozzo senza fondo».

Antoine Flahault ritiene quindi che guarire piuttosto che confinare «potrebbe essere una possibilità, ma ti fa venire i brividi lungo la schiena. Costruire ospedali è una sorta di disfattismo. Questo significa che accettiamo di perdere la guerra. Significa molte morti, molte persone che soffrono».

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