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VAUDCaso Carlos: annullata la sentenza della giustizia zurighese

08.12.21 - 12:26
La corte avrebbe dovuto esaminare le condizioni in cui il giovane era detenuto nel periodo in cui commise i reati
Keystone
Fonte ats
Caso Carlos: annullata la sentenza della giustizia zurighese
La corte avrebbe dovuto esaminare le condizioni in cui il giovane era detenuto nel periodo in cui commise i reati

LOSANNA - Il Tribunale federale ha annullato la sentenza del Tribunale cantonale zurighese che lo scorso giugno ha condannato a sei anni e quattro mesi di reclusione, per una serie di reati commessi in carcere, il giovane conosciuto con il soprannome Carlos, ma che oggi preferisce farsi chiamare con il vero nome Brian.

In una sentenza pubblicata oggi, i giudici di Losanna arrivano alla conclusione che la corte zurighese avrebbe dovuto esaminare le condizioni in cui il giovane era detenuto nel periodo in cui commise i reati per i quali è stato giudicato, ossia fra il gennaio 2017 e l'ottobre 2018. I suoi avvocati sostenevano che Brian in quel periodo aveva bisogno essere protetto da trattamenti inumani e degradanti.

In giugno, Brian è stato giudicato colpevole di tentate lesioni personali gravi, lesioni personali semplici, insulti, violenza e minacce contro pubblici ufficiali e danni alla proprietà per una serie di aggressioni ai danni di secondini, poliziotti e altri detenuti.

La decisione del Tribunale federale (TF) annulla quella sentenza e rimanda il caso davanti alla giustizia zurighese. I giudici di Mon Repos ritengono che i loro colleghi zurighesi hanno sbagliato a basare la loro decisione su una sentenza emessa nel marzo 2021 dallo stesso TF.

In quella decisione, la prima corte di diritto pubblico del TF ha considerato che le condizioni attualmente riservate a Brian nel penitenziario Pöschwies di Regensdorf (ZH) possono essere giustificate dalle circostanze particolari del caso. La giustizia zurighese sarà in altre parole tenuta a valutare la situazione precedente alla sentenza del TF.

Il giovane oggi si trova in isolamento - in regime di carcerazione di sicurezza - nel penitenziario di Regensdorf (ZH), dove sconta una precedente condanna per ripetute aggressioni in varie strutture di detenzione. I suoi avvocati considerano il suo isolamento, 24 ore su 24, con una sola ora di aria al giorno, come una forma di tortura.

Oltre ad aumentare la pena della prima istanza, il Tribunale cantonale lo scorso giugno aveva deciso di non ordinare per Brian una misura terapeutica stazionaria. Il Ministero pubblico zurighese ha nel frattempo deciso di impugnare quella sentenza davanti al Tribunale federale, perché mira ad ottenere per il giovane la misura dell'internamento.

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