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GINEVRAQuanti "vip" con il certificato falso

06.11.21 - 15:40
Un ex giocatore della Nati, imprenditori, banchieri, il figlio di una celebrità francese: 460 persone indagate
tipress
Quanti "vip" con il certificato falso
Un ex giocatore della Nati, imprenditori, banchieri, il figlio di una celebrità francese: 460 persone indagate
Nella Ginevra "bene" sono andati a ruba i pass Covid falsificati. Ad emetterli, dei volontari della Protezione civile

GINEVRA - Cresce la lista degli acquirenti di certificati Covid falsi in Romandia. La polizia di Ginevra ha finora identificato circa 460 persone, ha rivelato oggi la Tribune de Geneve. Tra gli indagati c'è di tutto: un ex giocatore della Nati, imprenditori locali, esponenti del mondo dello spettacolo, ma anche banchieri e il figlio di una celebrità francese.

La truffa era stata scoperta il mese scorso dalla Procura di Losanna. Inizialmente erano un centinaio i certificati finiti sotto la lente degli inquirenti: ma sembra fosse solo la punta dell'iceberg. I primi codici QR falsificati risalgono a metà settembre - ha riferito la Rts - subito dopo l'introduzione dell'obbligo del pass per accedere a bar, ristoranti e palestre. Ad emetterli, inizialmente, sarebbero stati alcuni dipendenti di farmacie del canton Vaud, a beneficio di amici e conoscenti.

A Ginevra invece il "giro" era gestito da alcuni volontari della Protezione civile e in particolare da un sergente. Il Ministero pubblico ginevrino ha ordinato a ottobre l'arresto di sei persone - cinque uomini e una donna - accusate di corruzione e falsità in documenti. Gli indagati avrebbero approfittato dell'accesso al sistema informatico della Confederazione per emettere certificati a nome di persone non vaccinate, né guarite, né testate. 

Il quintetto avrebbe incassato circa 120mila franchi in appena due settimane, prima di finire dietro le sbarre. I compratori erano tutte persone benestanti, disposte a pagare 400 franchi a testa per un pass trafugato. Venivano a conoscenza della possibilità tramite il passaparola. A Ginevra, la clientela dei furbetti era composta per lo più di persone tra i 30 e i 40 anni. Ma nella lista in mano agli inquirenti figurano anche un 13enne e un 74enne. 

Gli autori della truffa rischiano pene che vanno da una multa a cinque anni di carcere. Ma anche gli acquirenti possono incorrere in un procedimento penale. 

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