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SVIZZERA / AFGHANISTANIl fotografo grigionese fugge all'ultimo secondo dall'Afghanistan

19.08.21 - 23:36
L'engadinese Dominik Täuber si era recato nella capitale pochi giorni prima che il nuovo regime salisse al potere.
Dominik Täuber
Il fotografo grigionese fugge all'ultimo secondo dall'Afghanistan
L'engadinese Dominik Täuber si era recato nella capitale pochi giorni prima che il nuovo regime salisse al potere.
Il suo racconto: «Tra esplosioni e sparatorie ho avuto paura»

ZURIGO - Appena cinque giorni prima che i talebani salissero al potere, Dominik Täuber (37) di Scuol (GR) era ancora in Afghanistan. Il fotografo amatoriale di origine tedesca ha viaggiato in tutto il paese, per circa una settimana, con tre guide locali. Ma già durante il suo soggiorno la situazione nella capitale è precipitata. 20 Minuten l'ha intervistato.

Signor Täuber, lei è stato in Afghanistan fino all'11 agosto. Aveva la minima idea di cosa stava per accadere?
«L'atmosfera era sempre più tesa. Il traffico aereo è aumentato a dismisura con numerose persone tentavano la fuga. Sempre più rifugiati dalle regioni contese sono arrivati a Kabul. La popolazione era terrorizzata, non ha ancora dimenticato il primo governo dei talebani in Afghanistan. Quando sono arrivato nella capitale, alcune persone mi hanno detto che i talebani erano qui da molto tempo. Sono stati distribuiti volantini in cui si presentavano come il nuovo governo. All'inizio riuscivo a camminare normalmente per Kabul, ma alla fine del mio soggiorno la situazione era enormemente peggiorata».

È stato a Kabul per un'intera settimana. Ci sono stati incidenti?
«Ci sono state situazioni terrificanti, ho sentito regolarmente degli spari. Poco dopo il mio arrivo a Kabul, c'è stato un attentato dinamitardo contro il ministro della Difesa, non lontano dal mio alloggio. Gli spari hanno risuonato per circa mezz'ora. Non sapevo quanto fosse rumorosa un'autobomba, mi ha scioccato. Quella stessa sera, i giovani hanno marciato per le strade manifestando contro i talebani. Si tratta principalmente di giovani studenti e famiglie che non vogliono usare armi contro i talebani. È stata un'esperienza assolutamente da pelle d'oca».

Non aveva paura?
«Sì, certo che avevo paura. Tre giorni prima di tornare a casa ero molto nervoso e ne ho discusso apertamente con i miei genitori. Al mio arrivo le guide, che girano armate, hanno tenuto un briefing sulla sicurezza».

Come è uscito dall'Afghanistan?
Sono stato estremamente fortunato con il volo di ritorno».

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