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SVIZZERAArriva la zona viola? «Quarantena anche per i vaccinati»

22.07.21 - 17:42
La propone la task force governativa. Per contenere l'ingresso di varianti preoccupanti in Svizzera
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Il capo della sezione Gestione delle crisi dell'UFSP, Patrick Mathys.
Il capo della sezione Gestione delle crisi dell'UFSP, Patrick Mathys.
Arriva la zona viola? «Quarantena anche per i vaccinati»
La propone la task force governativa. Per contenere l'ingresso di varianti preoccupanti in Svizzera
Gli esperti raccomandano un nuovo "semaforo" dei paesi a rischio. Con quattro colori, e nuove restrizioni

BERNA - L'estate è sempre più colorata. Bianco, giallo, arancione e rosso in Italia, per designare l'incidenza dei contagi. In Svizzera rosso, verde e arancione indicano i settori a rischio restrizioni. In questo strano arcobaleno in futuro potrebbero aggiungersi nuove tinte. La Task Force scientifica propone di introdurre una nuova classificazione dei paesi a rischio più o meno elevato, con conseguenti nuove limitazioni ai viaggiatori in entrata in Svizzera. 

La notizia, anticipata oggi dal Blick, è poco rassicurante per chi ha prenotato le proprie vacanze fidando nel certificato Covid. Secondo gli esperti, l'evoluzione delle varianti è imprevedibile: verso le destinazioni in cui il virus circola in modo incontrollato, mantenere le "porte aperte" sarebbe imprudente. E andrebbe introdotto l'obbligo di quarantena al rientro anche per i vaccinati.

In un rapporto i consulenti del governo hanno proposto di introdurre un nuovo semaforo a quattro colori: verde, per i paesi con un'incidenza di 60 nuovi casi ogni 100mila abitanti; rosso, sopra i 60 casi; viola, paesi con varianti preoccupanti; grigio, paesi che effettuano meno di 10mila test per milione di abitanti. 

La quarantena, secondo le indiscrezioni, sarebbe raccomandata al rientro da tutti i paesi di colore diverso dal verde, per i non vaccinati. Ma anche per i vaccinati provenienti da paesi "viola". Questo almeno chiede la task force, secondo cui «anche l'utilizzo dell'app Swiss Covid o di altre app di tracciamento compatibili» dovrebbe essere obbligatorio. 

Ora la palla passa all'Ufsp, che dovrà fare le sue valutazioni. Il capo della sezione Gestione delle crisi dell’Ufficio federale della sanità pubblica, Patrick Mathys, nei giorni scorsi non ha voluto esprimersi sui possibili ulteriori restrizioni o allentamenti. Il problema non riguarda tanto la variante Delta che, in Svizzera, causa già «i tre quarti delle nuove infezioni» quanto nuove possibili mutazioni, ancora più pericolose. Ad agosto è prevista una nuova riunione del Consiglio federale, a cui spetta l'ultima parola.

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