Sono molte le persone che, per disposizioni legate alla crisi sanitaria, rimangono ferme a terra a Zurigo-Kloten.
La testimonianza di una 21enne che ha dovuto rinunciare alla sua vacanza: «Il risultato del test è arrivato quando l'aereo era già in volo».
ZURIGO - Tempo di vacanze nel nostro Paese. Ma quest’anno, causa pandemia, c’è sicuramente qualche complicazione in più di cui tener conto. E l’attesa partenza può trasformarsi molto velocemente in un disastro. Secondo Swissport, dall'inizio dell'anno all'aeroporto di Zurigo sono circa 6’000 i passeggeri che sono rimasti a terra perché non adempievano alle norme di viaggio in vigore, il che corrisponde a una media di quasi 33 passeggeri al giorno. Nel solo mese di giugno, sono oltre 700 le persone non hanno potuto prendere il volo.
Test, vaccini, registrazioni - Alla maggior parte dei passeggeri viene negata la partenza a causa di piccoli dettagli, spiega la portavoce di Swissport Nathalie Berchtold: «La motivazione più comune non è necessariamente la mancanza di documenti, ma, piuttosto, certificati di test o di vaccinazione scaduti al momento della partenza, non in lingua inglese, o privi del nome completo». Un altro ostacolo, secondo Berchtold, è la registrazione online alla partenza, che è obbligatoria ad esempio per i voli verso la Grecia.
«Il risultato del test è arrivato quando l’aereo era già in volo» - Marija Kostic è una delle oltre 6mila persone la cui vacanza è fallita. La 21enne doveva volare a Belgrado con Swiss la sera del 18 giugno, per una vacanza di due settimane. Così la mattina del 17 ha fatto un test PCR in farmacia: «Lì mi è stato assicurato che avrei ottenuto il risultato al massimo dopo 24 ore». Ma, arrivata al banco del check-in il giorno della partenza, l’esito del test ancora non c’era.
Vacanza cancellata - Alla ragazza è stato tuttavia permesso di avanzare fino al gate, dove ha continuato ad aspettare il risultato del tampone, mettendosi persino in contatto con il laboratorio. Ma non c’è stato nulla da fare: «Senza la certificazione di negatività al test il personale di terra non mi ha fatto salire sull'aereo». Kostic ha quindi dovuto lasciare di nuovo il gate attraverso il controllo passaporti. «Un quarto d’ora dopo, il risultato è arrivato». Ma l'aereo era già in volo. «Ho dovuto cancellare la mia vacanza, è stato davvero un boccone amaro da mandare giù».
Minacce e sputi - Le regole di viaggio dovute alla crisi sanitaria non sarebbero solo un problema per i passeggeri, ma anche per il personale di terra dell'aeroporto. D. * ha circa 40 anni e lavora per una società di assistenza al check-in e al gate dell'aeroporto di Zurigo. In condizione di anonimato, ha parlato con 20 Minuten del suo lavoro quotidiano, ora estremamente stressante. «Sono già stato insultato e minacciato, mi hanno pure sputato addosso per aver svolto il mio lavoro».
Dipendenti in lacrime - I passeggeri, riferisce D., impazziscono quando viene detto loro che manca la necessaria documentazione per imbarcarsi: «Ci ritengono personalmente responsabili e scaricano su di noi la loro frustrazione. In alcuni casi siamo stati costretti a chiamare la polizia». Un clima di tensione che per molti sta diventando pesante da sostenere: «Ho colleghi di lavoro che vanno in bagno a piangere».
* Nome noto alla redazione.