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ITALIA/SVIZZERAQuella “linea nera” che unisce i neonazisti milanesi alla Svizzera

11.07.21 - 12:04
L'Avanguardia Rivoluzionaria di Milano, fermata a giugno dalla Digos, aveva incontrato il gruppo bernese Junge Tat
Depositphotos
Quella “linea nera” che unisce i neonazisti milanesi alla Svizzera
L'Avanguardia Rivoluzionaria di Milano, fermata a giugno dalla Digos, aveva incontrato il gruppo bernese Junge Tat
L'obiettivo del 20enne milanese “Comandante Breivik” era quello di acquistare un'arma da fuoco. I commenti entusiasti nelle intercettazioni: «Altroché i fascisti italiani, non c'è paragone»

MILANO/BERNA - Studenti universitari, di estrema destra e pronti ad agire, anche con le armi.

È questo il profilo dei quattro ventenni fermati, con un'azione dello scorso 16 giugno da parte della Digos e della Questura di Milano, appartenenti dell'associazione terrorista di stampo neonazista Avanguardia Rivoluzionaria. Fra gli indiziati, in particolare due individui conosciuti per i loro pseudonimo, ovvero Comandante G e Comandante Breivik.

Proprio il 20enne che per il suo nickname si è ispirato allo stragista norvegese avrebbe interagito diverse volte - via Telegram - con l'organizzazione svizzera di estrema destra Junge Tat per poi recarsi di persona a Berna a incontrarli.

Lo confermano i registi degli inquirenti, italiani e svizzeri, come riportato oggi dal SonntagsBlick. Durante il soggiorno il milanese avrebbe anche dato man forte ai “camerati” svizzeri durante uno scontro con alcuni manifestanti antifascisti.

L'obiettivo del giovane però, scrive il domenicale, più che menar le mani era quello di ottenere un'arma da fuoco da riportare a Milano. L'acquisto, pianificato verosimilmente con uno dei neonazisti bernesi, non è però andato a buon fine. 

Malgrado ciò, il Comandante non si è risparmiato in lodi per i “commilitoni” elvetici, efficienti e dal fisico allenatissimo: «Guardali, e poi guarda quelli di Casapound o di Forza Nuova, quei ciccioni con la cirrosi epatica. Non c'è proprio paragone!», ha raccontato in un'entusiastica telefonata intercettata con un compagno dell'Avanguardia. 

Sempre secondo gli inquirenti, l'obiettivo di “Breivik” - oltre alle azioni armate, previste e a cui il gruppo si stava preparando - era anche quello d'instaurare una rete internazionale di contatti.

La prima azione dell'Avanguardia Rivoluzionaria è stata il pestaggio di un uomo musulmano e di colore a Milano, per la seconda - stroncata sul nascere dall'intervento dell'antiterrosimo - era stato deciso di usare una pistola scacciacani, appositamente modificata, di modo da sparare proiettili veri.

 

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