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BERNA / REGNO UNITOOwen: «I negoziatori svizzeri? Forti nel difendere i loro interessi e pragmatici»

02.04.21 - 06:31
Con l'ambasciatrice britannica a Berna parliamo di Brexit.
Keystone
L'ambasciatrice britannica a Berna, Jane Owen, con il consigliere federale Ueli Maurer (foto d'archivio)
L'ambasciatrice britannica a Berna, Jane Owen, con il consigliere federale Ueli Maurer (foto d'archivio)
Owen: «I negoziatori svizzeri? Forti nel difendere i loro interessi e pragmatici»
Con l'ambasciatrice britannica a Berna parliamo di Brexit.
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BERNA / LONDRA - Impegnata a promuovere la "Revisione integrata" delle priorità di politica estera del Regno Unito elaborata dal governo di Sua Maestà dopo la Brexit, l'ambasciatrice britannica a Berna ha risposto alle domande di tio/20 minuti. A Jane Owen abbiamo chiesto come stia il Regno Unito dopo l'uscita dall'UE e che consigli abbia da dare alla Svizzera per le future trattative con Bruxelles.    

La Brexit vera e propria è scattata da tre mesi. Oltre a guadagni immediati come la possibilità di gestire autonomamente l'immigrazione e una fornitura più efficiente dei vaccini anti Covid, abbiamo avuto notizia di perturbazioni del commercio con il continente, un crollo delle importazioni e delle esportazioni con l'UE e la perdita dell'accesso alle banche dati di polizia europee. Signora Owen, che bilancio stila della Brexit finora? Il Regno Unito sta meglio fuori dall'UE?
«Il popolo britannico ha votato per lasciare l'UE in un referendum e confermato quella decisione in due elezioni. Il Governo ha portato il nostro paese a concordare una base di successo per future relazioni con l'UE, con il più grande accordo commerciale bilaterale mai firmato dall'una o dall'altra parte, che copre commerci per 668 miliardi di sterline (circa 871 miliardi di franchi, ndr) e si basa su zero dazi e zero quote. Viviamo tutti in un mondo di cambiamenti e sfide, non da ultimo la questione di come la tecnologia ci condizionerà tutti in futuro. Lasciare l'UE è stato un vero catalizzatore perché le aziende britanniche rivedessero le loro priorità, produttività, base di ricerca e competitività. È un buon momento per farlo e credo che, nei prossimi anni, vedremo questa "perturbazione positiva" distribuire i suoi dividendi».

Concludere accordi con la Svizzera per il dopo Brexit è stato facile e veloce. Con l'UE molto meno. Perché, secondo lei? L'UE è una negoziatrice così rigida? Il Regno Unito ha semplicemente puntato più alto per ottenere un po' meno? O la Svizzera è forse troppo accondiscendente?
«I nostri negoziati sia con l'UE sia con la Svizzera sono stati intrapresi in uno spirito di reciproco rispetto e una perspicace comprensione degli obiettivi di ambo le parti. Siamo stati lieti di riuscire a raggiungere un accordo storico e completo con l'UE, negoziato in tempi record durante la pandemia di coronavirus. Allo stesso tempo, abbiamo negoziato una serie di accordi dai benefici reciproci con la Svizzera che coprono commercio, diritti dei cittadini, servizi dell'aviazione, trasporto stradale, assicurazioni, mobilità dei servizi e cooperazione di polizia e altri seguiranno. Direi che, per la mia esperienza, ho trovato i negoziatori svizzeri forti nel difendere i loro interessi ma anche pragmatici nel trovare soluzioni, con una chiara visione dei benefici del libero commercio e delle collaborazioni tecnologiche».

Che consiglio darebbe alla Svizzera per future trattative con l'UE? Berna dovrebbe essere più "dura"?
«Non sta a me commentare l'operato degli abili negoziatori del governo svizzero. Il Regno Unito e la Svizzera hanno ciascuno delle relazioni bilaterali separate con l'Unione Europea benché pianifichiamo entrambi di lavorare costruttivamente con i nostri vicini europei per creare un'Europa più forte e competitiva. C'è anche molto che possiamo fare insieme ed è per questo che prevediamo di aprire dei negoziati per un accordo di libero scambio svizzero-britannico più completo. Ciò modernizzerà il nostro patto fatto di accordi commerciali bilaterali e, spero, creerà nuove opportunità in aree come i servizi finanziari, la tecnologia verde, gli investimenti, la proprietà intellettuale e i dati».

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