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BERNA«Anch'io ne ho abbastanza delle restrizioni, ma contano i dati, non la data»

15.02.21 - 10:10
Membro della Task Force Covid-19, Nicola Low spiega perché non sia il momento di vanificare i «sacrifici» fatti.
Keystone
Un ristorante chiuso a Losanna. Low: «In Romandia il numero dei nuovi casi non arretra».
Un ristorante chiuso a Losanna. Low: «In Romandia il numero dei nuovi casi non arretra».
Fonte 20 Minuten/Daniel Graf
«Anch'io ne ho abbastanza delle restrizioni, ma contano i dati, non la data»
Membro della Task Force Covid-19, Nicola Low spiega perché non sia il momento di vanificare i «sacrifici» fatti.
«La data di fine febbraio è particolarmente sfortunata perché nel frattempo le nuove varianti si sono diffuse molto in Svizzera».

BERNA - Mentre si moltiplicano gli appelli per un allentamento controllato delle misure anti Covid-19 (leggi anche qui),la Svizzera rimane per il momento con il fiato sospeso in attesa della seduta del Consiglio federale di mercoledì. All'epidemiologa e membro dell'unità scientifica per il coronavirus della Confederazione Nicola Low abbiamo chiesto come valuta l'eventualità di prossime riaperture.   

Che cosa pensa delle richieste di allentamenti che giungono un po' da tutte le parti e del fatto che il Consiglio federale possa dar loro seguito?
«Questo è proprio il momento per una valutazione realistica e tranquilla della situazione. La buona notizia è che le misure hanno ridotto il numero giornaliero di casi di Covid dagli oltre 4'000 di metà dicembre ai 1'000. La percentuale di positività dei test è scesa dal 15% a quasi 5%. Queste sono conquiste collettive che hanno salvato vite e protetto il sistema sanitario dal sovraccarico».

E la cattiva notizia, qual è?
«Non possiamo ignorare le nuove varianti, specialmente adesso. Non si sta sopravvalutando il pericolo. Le varianti potrebbero essere un elemento di svolta del controllo del coronavirus in Svizzera. Sono più contagiose di circa il 50%. Questa stima si basa su diverse fonti svizzere. Le previsioni del modello sulla diffusione delle varianti della Task Force erano molto azzeccate».

Che cosa significa questo per la possibilità di allentare le restrizioni a fine febbraio?
«Le decisioni sulle misure devono seguire i dati non la data. I dati epidemiologici, non la data di calendario. In realtà, la data di calendario di fine febbraio è particolarmente sfortunata perché nel frattempo le nuove varianti si sono diffuse molto in Svizzera. Se ci si infetta adesso, si tratta probabilmente di una variante».

Che cosa propone lei quindi?
«Ciò significa che le misure esistenti potrebbero non bastare per contenere l'epidemia. Lo vediamo in Romandia, dove il numero dei nuovi casi non arretra».

Dunque non ci dovrebbe essere alcun allentamento? La gente non ne ha abbastanza delle restrizioni?
«Sì, la gente ne ha abbastanza. Anch'io ne ho abbastanza. Proprio per questo adesso dobbiamo fare attenzione che i sacrifici non siano stati vani. Un allentamento delle misure in questo momento aumenta il rischio di una terza ondata, che annullerebbe i successi delle ultime settimane».

La Svizzera ripete gli errori dell'anno scorso?
Forse il Consiglio federale ha realizzato che il rapido allentamento di giugno è stato un errore e che la reazione alla seconda ondata in ottobre è stata troppo esitante. Probabilmente la seconda ondata non era evitabile, ma sarebbe stata meno grave se il Consiglio federale avesse ascoltato la task force scientifica.

I danni collaterali all'economia sono importanti. Secondo alcune stime, ogni giorno di chiusura costa fino a 110 milioni di franchi. Ciò non dovrebbe avere il suo peso?
«Non porta a niente mettere la salute contro l'economia. A tal proposito, è interessante notare come in Germania, nonostante misure più rigide e molti meno decessi, il crollo dell'economia sia simile a quello della Svizzera secondo il Fondo monetario internazionale.      

 

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COMMENTI
 

pillola rossa 3 anni fa su tio
In effetti gli ospedali stanno racimolando clienti a destra e a manca per occupare letti vuoti.

Thomseb 3 anni fa su tio
Bisogna riaprire!

Tenero72 3 anni fa su tio
10 contagi = apro, tornano a 11 = chiudo, poi di nuovo 10 = apro, di nuovo 11 = chiudo. Cosí?? Maa ...

marco17 3 anni fa su tio
Questi "esperti" dovrebbero essere presi a calci nel fondoschiena. Secondo loro, se i casi aumentano e sono numerosi, bisogna chiudere tutto; se i casi calano e sono pochi, bisogna tener chiuso tutto per evitare che i casi aumentino. In pratica secondo loro non è mai tempo di allentare le misure. Ovviamente, sono persone il cui reddito non soffre delle misure restrittive: anzi, questi con il virus e la pandemia ci campano.

seo56 3 anni fa su tio
Così si fanno meno tamponi e l’inganno é servito
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