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SVIZZERABerna ha deciso: obbligo di telelavoro e negozi chiusi

13.01.21 - 15:00
I provvedimenti restano in vigore almeno sino alla fine di febbraio. Non toccano negozi di giardinaggio e parrucchieri
Archivio Keystone
Berna ha deciso: obbligo di telelavoro e negozi chiusi
I provvedimenti restano in vigore almeno sino alla fine di febbraio. Non toccano negozi di giardinaggio e parrucchieri
Prolungata anche la chiusura di ristoranti e delle strutture per la cultura, il tempo libero e lo sport. Parmelin: «Non è stata una decisione facile. Ora ce la possiamo fare andando tutti nella stessa direzione, come una Svizzera unita»

BERNA - Il Consiglio federale lo aveva annunciato la scorsa settimana. E ora i suoi piani si concretizzano: ristoranti e strutture per la cultura, il tempo libero e lo sport resteranno chiusi sino alla fine di febbraio. Ma c'è di più: alla luce dell'attuale situazione epidemiologica, che comprende la diffusione di più contagiose varianti del virus anche in Svizzera, oggi la Confederazione ha inoltre deciso un inasprimento dei provvedimenti. Si tratta dunque di un nuovo giro di vite che riguarda il mondo del lavoro e le attività commerciali. «Non è stata una decisione facile» ha esordito il presidente della Confederazione Guy Parmelin, ricordando che ora è importante percorrere questo percorso tutti assieme: «Ce la possiamo fare soltanto come una Svizzera unita».

«La cattiva notizia è che le varianti del virus sono arrivate in Svizzera, col rischio che i casi raddoppino ogni settimana» ha detto il ministro della sanità Alain Berset. Che ha però aggiunto: «La buona notizia è che adottiamo questi provvedimenti tre settimane in anticipo, basandoci sulla situazione in Gran Bretagna». L'obiettivo è di evitare una terza ondata. Un'atra buona notizia - sempre secondo il consigliere federale - è che in Svizzera è partita la campagna di vaccinazione. La speranza delle autorità federali è che la situazione migliori, «altrimenti dovremo adottare provvedimenti che dureranno fino all'arrivo dell'estate».

Nello specifico, a partire dal 18 gennaio sarà obbligatorio il telelavoro e i negozi che non vendono beni di prima necessità dovranno restare chiusi. Le manifestazioni private e gli assembramenti saranno ulteriormente limitati e sarà rafforzata la protezione delle persone particolarmente a rischio sul posto di lavoro. Non è invece prevista nessuna misura per le scuole. Restano aperte anche le stazioni sciistiche. «Non stiamo chiudendo tutto, vogliamo continuare a vivere» ha sottolineato Berset.

Negozi chiusi, ma il “click and collect” è consentito - La chiusura dei negozi - come detto - riguarda tutte le attività che non vendono beni di prima necessità. Resta però consentito il ritiro, sul posto, della merce ordinata. Con l'introduzione della misura è pertanto revocata la regola che prevedeva la chiusura alle 19 e la domenica di negozi, negozietti delle stazioni di servizio e chioschi.

Le attività che restano aperte - Secondo l'ordinanza varata oggi dal Consiglio federale, l'obbligo di chiusura non riguarda i negozi di generi alimentari e altri negozi, nella misura in cui vendono generi alimentari o altri beni di prima necessità e di uso corrente; le farmacie, le drogherie e i negozi di mezzi ausiliari medici (per esempio occhiali, apparecchi acustici); i punti vendita di operatori di servizi di telecomunicazione; i negozi di riparazione e di manutenzione, quali lavanderie, sartorie, calzolai, servizi di duplicazione chiavi, autofficine e negozi di biciclette, nella misura in cui offrono un servizio di riparazione; i negozi di hobbistica e di giardinaggio, nonché i negozi di ferramenta, per gli articoli di hobbistica e di giardinaggio, i negozi di fiori, le stazioni di servizio.

Gli esercizi e le strutture accessibili al pubblico che offrono servizi quali uffici postali, banche, agenzie di viaggio e parrucchieri, incluse le corrispondenti offerte self-service, devono rimanere chiusi tra le ore 19 e le 6 e la domenica.

Telelavoro obbligatorio - Per quanto riguarda l’obbligo di lavorare da casa, il Consiglio federale spiega che «i datori di lavoro devono disporre il telelavoro nei casi in cui, per la natura dell’attività, ciò è possibile e attuabile senza un onere sproporzionato. Vista la durata limitata del provvedimento, non devono versare ai lavoratori alcuna indennità per spese, per esempio per l’elettricità o l’affitto». Berset ha detto, in merito, che «va fatto tutto il possibile per ridurre i contatti, quindi anche il telelavoro».

Per le aziende che non possono introdurre il lavoro da casa, il Governo ha emanato ulteriori provvedimenti: «Per garantire la protezione dei lavoratori, nei luoghi chiusi vige l’obbligo della mascherina se sono presenti più persone. Una maggiore distanza tra le postazioni di lavoro nello stesso locale non è più sufficiente».

Non più di cinque persone - Si parla anche di eventi privati che vengono limitati a livello nazionale a un massimo di cinque persone, bambini compresi. Questo vale anche per gli assembramenti negli spazi pubblici.

Le scuole restano aperte - Il Consiglio federale ha deciso di non chiudere le scuole. Ma la questione è di competenza cantonale. E le autorità locali sono state interpellate dal Consiglio federale, come ha spiega Berset, che ora è in attesa delle relative risposte. «Forse è possibile adottare misure più severe, prima di passare all'insegnamento a distanza» ha aggiunto Parmelin. «La speranza è che non si arrivi alla chiusura delle scuole, perché si tratta di una situazione problematica per gli allievi: l'obiettivo è di fare meno danni possibili» ha detto ancora Berset.

Amministrazione federale

Aiuti economici alle imprese - Il Consiglio federale ha inoltre allentato le condizioni che un'impresa deve soddisfare per percepire gli aiuti destinati ai casi di rigore. «Ora le aziende che a partire dal 1. novembre 2020 hanno dovuto chiudere la loro attività per almeno quaranta giorni su ordine delle autorità, sono da considerarsi casi di rigore senza dovere dare prova di un calo della cifra d’affari» ha spiegato il ministro delle finanze Ueli Maurer.

Inoltre si può tenere conto anche del calo della cifra d’affari registrato nel 2021. Il limite massimo per i contributi a fondo perso viene aumentato al 20 per cento della cifra d’affari o a 750'000 franchi per impresa. La modifica dell’ordinanza consente di sostenere i casi di rigore su larga scala. Già nel mese di gennaio più della metà dei Cantoni versa aiuti per i casi di rigore, in febbraio quasi tutti i Cantoni dovrebbero essere in grado di fornire questo tipo di sostegno.

I cittadini sono stanchi delle misure anti-coronavirus

«I provvedimenti della Confederazione vanno messi in atto dai cantoni. Ma ci rendiamo conto che i cittadini sono stanchi delle misure anti-coronavirus» ha detto Ernst Stocker, presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF), parlando del federalismo elvetico. Parlando del nuovo concetto per i casi di rigore, Stocker ha ricordato che non sarà così facile adottare il provvedimento: «Dobbiamo aspettarci 100'000 richieste. Per occuparci della questione abbiamo due mesi».

Christoph Brutschin, presidente della Conferenza dei direttori cantonali dell'economia pubblica (CDEP), accoglie con soddisfazione il nuovo concetto per gli aiuti economici ai casi di rigore. E ha sottolineato che i Cantoni fanno il possibile per evadere il più velocemente possibile le richieste.

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Le misure in vigore dal 18 gennaio 2021
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