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SVIZZERACi vogliono più di otto mesi per (ri)trovare un lavoro

07.01.21 - 12:02
Si parla delle persone in cerca di un impiego dopo il licenziamento. Nel 2019 ci volevano “solo” 7,3 mesi
Archivio Tipress
Fonte ATS
Ci vogliono più di otto mesi per (ri)trovare un lavoro
Si parla delle persone in cerca di un impiego dopo il licenziamento. Nel 2019 ci volevano “solo” 7,3 mesi

BERNA - Sulla scia della pandemia aumenta il tempo necessario per trovare un nuovo impiego dopo il licenziamento: lo segnala ACF Switzerland, associazione federativa che riunisce società attive nel sostegno alla carriera di lavoratori qualificati.

L'anno scorso le circa 5'000 persone sostenute dai membri dell'organismo hanno trovato lavoro in media entro 8,2 mesi, contro i 7,3 mesi del 2019, indica oggi ACF. «Si può ipotizzare che l'attuale difficile situazione economica derivante dalla crisi del coronavirus stia allungando i tempi necessari per il reinserimento sul mercato del lavoro», scrive l'associazione.

In aumento (+25%) è anche in generale il numero dei candidati che hanno dovuto cercare una nuova occupazione. ACF ha constatato che molti specialisti e manager stanno perdendo il posto a causa delle conseguenze del Covid-19. L'organizzazione prevede che la situazione continuerà a peggiorare e che praticamente nessun settore sarà risparmiato nel 2021: in particolare è attesa una seconda ondata di licenziamenti nel semestre invernale 2021/2022.

Vi sono però anche aspetti positivi, per esempio per quanto riguarda gli ultracinquantenni. In media costoro sono tornati a un impiego dopo otto mesi. «Ancora una volta non trova riscontro l'affermazione spesso ripetuta che gli over 50 non riescono praticamente più a trovare lavoro: la probabilità di arrivare a un posto entro otto mesi rimane invariata a un elevato 85%», sottolinea ACF.

Anche nel 2020 la propria rete di conoscenze è stata il canale più efficiente (45%) per ritornare attivi professionalmente. Al secondo posto figurano le inserzioni e internet (31%), al terzo le società di ricollocamento (9%). Il 10% si è fatto indipendente, la quota finora più alta registrata. Va infine notato che il 62% dei candidati accompagnati dai membri di ACF disponeva di una laurea o un diploma di una scuola universitaria professionale.

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