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SVIZZERAPiù aziende vorrebbero diventare bio, ma il mercato non lo permette

06.01.21 - 12:34
Le abitudini dei consumatori e dei dettaglianti giocano a sfavore di un cambio di mentalità, secondo l'USC
Depositphotos (AndrewLozovyi)
Molte più aziende agricole passerebbero alla produzione biologica, ma consumatori e dettaglianti non ricompensano questa scelta.
Molte più aziende agricole passerebbero alla produzione biologica, ma consumatori e dettaglianti non ricompensano questa scelta.
Fonte Ats
Più aziende vorrebbero diventare bio, ma il mercato non lo permette
Le abitudini dei consumatori e dei dettaglianti giocano a sfavore di un cambio di mentalità, secondo l'USC

BRUGG - Molte più aziende agricole passerebbero alla produzione biologica o ad altri metodi più naturali e rispettosi degli animali se il mercato lo permettesse. Ma consumatori e dettaglianti non ricompensano questa scelta. I contadini non hanno quindi altra possibilità che adattarsi alla domanda in modo da avere un riscontro economico. Lo scrive in un comunicato odierno l'Unione svizzera dei contadini (USC), sottolineando che, oltre a ciò, la situazione viene ora complicata da due iniziative popolari anti-agricole.

In media, le famiglie contadine guadagnano quattro franchi su cinque dalla vendita della loro produzione. La richiesta e il prezzo che ottengono per i loro prodotti sono quindi la base del loro successo economico e, di conseguenza, del loro agire. Perciò il comportamento d'acquisto nei negozi e le abitudini dei consumatori determinano in genere la direzione in cui si sviluppa l'agricoltura, ricorda l'USC.

Le aziende contadine - aggiunge - sono pronte a fare ancora di più per soddisfare la domanda di prodotti maggiormente rispettosi dell'ambiente e degli animali, o di origine vegetale piuttosto che animale. Tuttavia, esse dipendono da una domanda stabile a lungo termine per poter effettuare gli investimenti necessari e produrre a un livello redditizio.

I consumatori acquistano il 90% degli alimentari presso i dettaglianti, specialmente nei supermercati. Sebbene in sviluppo, la vendita diretta è solo una piccola nicchia di mercato. E il mercato «è spietato e privo di qualsiasi idealismo (tranne che nella pubblicità)», scrive l'USC.

I prodotti vegetali devono soddisfare requisiti rigorosi in termini di dimensioni, forma e aspetto, altrimenti non hanno posto nel commercio. Se le vendite di carne con etichetta di qualità speciale sono inferiori alle aspettative, i dettagliati riducono gli ordini, indipendentemente dal fatto che gli allevatori abbiano investito molto denaro per soddisfare le (presunte) esigenze dei consumatori. I commercianti rifiutano di aumentare di qualche centesimo il prezzo di vendita della carne o delle uova per compensare i costi aggiuntivi per i produttori.

In sostanza anche in Svizzera il cibo dovrebbe costare il meno possibile, come dimostrano i massicci sconti offerti durante le festività. E questa è una delle ragioni per cui la quota di mercato bio non supera l'11%, precisa l'USC. I timori degli svizzeri per l'uso di prodotti fitosanitari e i danni all'ambiente sembrano svanire quando mettono piede in un supermercato.

Gli agricoltori sono costantemente costretti ad adottare nuove misure, come richiesto dall'iniziativa sull'acqua potabile e da quella per il divieto dei pesticidi sintetici. Ma nessuno vuole parlare dei costi aggiuntivi, sottolinea l'USC.

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